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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 18:37.
L'ultima modifica è del 28 ottobre 2014 alle ore 18:37.

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Il comparto Multiservizi, labour intensive, vive una fase di sviluppo con un fatturato complessivo – stimato dal Cresme – pari a circa 135 miliardi di euro annui, 2,5 milioni di lavoratori e buone potenzialità per creare nuova occupazione. Le sole attività di pulizia e servizi complementari annoverano oltre 500mila addetti con una forte presenza di fasce deboli, una netta maggioranza di lavoro femminile (67%) e un'incidenza complessiva del lavoro piuttosto alta, pari a circa il 70 per cento. Ma ci potrebbe essere occupazione aggiuntiva e regolare per ulteriori 300mila addetti in presenza di un quadro normativo più certo.

Se ne è parlato oggi all'Unione industriale di Torino al convegno organizzato dalle aziende del Gruppo SAI (Servizi Ambientali Integrati) della Confindustria subalpina. Le prospettive per il futuro del settore sono buone, come evidenzia anche una ricerca dell'Ufficio studi degli imprenditori, svolta su un consistente campione di aziende che occupano complessivamente oltre 30mila dipendenti. Ne emerge un quadro moderatamente positivo con la metà delle imprese che, a dispetto della crisi, negli ultimi 3-4 anni hanno continuato a crescere.

Con l'occasione è stata chiesta una regolamentazione attenta e specifica per il settore, che «possa permettere alle aziende virtuose e corrette di potersi difendere dai soggetti irregolari e poco trasparenti». Lo ha ribadito Lorenzo Mattioli, presidente Anip – Associazione nazionale imprese di pulizia e Servizi integrati di Confindustria – che ha illustrato la proposta di Legge in materia di servizi integrati presentata recentemente in Parlamento, che punta alla regolamentazione delle gare di appalto e all'introduzione di criteri di corretta gestione e di monitoraggio dei soggetti che vi prendono parte, affinché trasparenza e competenza siano riconosciute come valori imprescindibili.

«La crescente rilevanza del settore dei servizi (43% degli appalti pubblici contro il 25% dei lavori) – ha sottolineato Mattioli – impone oggi di trovare una specifica definizione normativa per il settore del Facility management. La proposta di legge in materia di servizi integrati (la numero 2475) accoglie il nostro progetto di legge quadro sui servizi agli immobili (condiviso e apprezzato da tutte le forze politiche e sociali) e definisce per la prima volta regole dirette a qualificare il settore dei servizi integrati, individuando le necessarie azioni di contrasto al lavoro sommerso e alla logica del massimo ribasso, favorendo la qualificazione dell'offerta e della domanda e rendendo più fluido il processo di finanziamento delle attività. Secondo le stime del ministero del Lavoro, questo settore, se adeguatamente disciplinato, potrebbe sviluppare occupazione aggiuntiva e regolare per circa 300mila addetti».

La maggior parte delle aziende oggi appartenenti al comparto dei Multiservizi, interviene Umberto Diamante, giovane presidente del Gruppo SAI di Torino – «è partita dal monoservizio di pulizia, privato e industriale, ma in questi anni ha diversificato le proprie attività, offrendo anche servizi come la manutenzione, la sorveglianza, la sicurezza, la logistica interna, associate ad elevata progettualità tecnica e gestionale ed organizzazione qualificata per poter rispondere alle esigenze di outsourcing dei servizi no-core della clientela pubblica e privata».

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