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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2014 alle ore 06:38.

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«Serve senz'altro, perché se si inceppa un ingranaggio il rischio è che si fermi l'intera macchina». Ipotesi del tutto concreta quella paventata dal presidente di Unindustria Varese Giovanni Brugnoli e in fondo è proprio questo il motivo principale che spinge l'associazione degli industriali a puntare con forza sul credito di filiera.
Gli «ingranaggi» in questo caso sono i fornitori delle medie aziende del territorio, principali beneficiari dell'iniziativa varata insieme al Banco Popolare. Una decina di imprese denominate "champions", campioni locali con grande impatto sull'indotto locale ed elevata propensione all'export e all'innovazione, potranno di fatto "prestare" il proprio rating ad alcuni fornitori considerati strategici. A queste aziende, senza alcun costo aggiuntivo per i "campioni", Banco Popolare riconoscerà condizioni di finanziamento ad hoc, garantendo un merito di credito in linea con quello dell'impresa cliente, mediamente migliore rispetto al voto attribuito alle aziende della subfornitura. Le sperimentazioni in questo senso in Italia sono appena partite e i casi più noti sono quelli di Renzo Rosso e Gucci, in entrambi i casi impegnati a offrire condizioni vantaggiose di accesso al credito alla propria rete di Pmi a monte della catena del valore.
Credito che resta uno dei nodi ancora irrisolti del nostro sistema produttivo, in caduta di altri 21 miliardi negli ultimi 12 mesi con una frenata dei tassi ancora inferiore rispetto alla riduzione degli spread. Fallimenti a raffica (40 al giorno nel 2014) e balzo delle sofferenze rendono gli istituti di credito mediamente più severi nelle scelte di finanziamento, con l'effetto perverso di mettere a rischio non solo le singole Pmi ma anche i distretti che tali forniture contribuiscono ad alimentare.
Per il credito di filiera a Varese ai blocchi di partenza ci sono già una decina di aziende "champions" ad alta vocazione internazionale, tra loro due realtà della meccanica strumentale come Comerio Ercole e Imf.
«Avere fornitori con difficoltà finanziarie – spiega il presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Varese Giovanni Brugnoli – è un problema che di questi tempi coinvolge più di un'impresa. Realtà che hanno bisogno di partner competitivi, dalle solide finanze, in grado di investire per lo sviluppo proprio e dei propri clienti. La competitività è un elemento che sempre meno si gioca nell'ambito delle sole proprie mura aziendali, ma è una componente di sistema, anche territoriale. La formula del distretto industriale è ancora uno dei nostri punti di forza. Una carta ancora vincente che molti sostengono a parole, ma che, come Unione Industriali, eleviamo, invece, nei fatti, a modello da perseguire».
Per questa iniziativa Banco Popolare ha stanziato un plafond di 10 milioni di euro, con un livello massimo per ogni singola operazione di 300mila euro. I finanziamenti potranno avere le forme tecniche dello smobilizzo del credito commerciale, dell'anticipazione di cassa, del sostegno chirografario agli investimenti. Il portafoglio commerciale potrà anche essere smobilizzato nella forma "pro-soluto", liberando l'impresa che presenta lo sconto da ogni coinvolgimento in termini di rischio per mancato pagamento della fattura.
«L'idea di applicare al credito la struttura di filiera – spiega Domenico De Angelis, condirettore generale del Banco Popolare – è un'importante innovazione che permette di ampliare i canali di accesso al credito per le imprese. Le le aziende di successo, le imprese Champions, sono una ricchezza, un vantaggio e un elemento di forte coesione sia all'interno del sistema produttivo sia in quello creditizio».
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