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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2014 alle ore 06:38.
Il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, si prepara a predisporre le ultime mosse nell'ambito del bando ancora aperto relativo alla cessione dei due principali asset del gruppo siderurgico: il laminatoio di Lecco e il sito di Piombino.
Duferco e Feralpi, le due aziende che hanno presentato ad agosto un'offerta in partnership per Lecco, hanno ottenuto in questi mesi, dopo la richiesta di rilancio di Nardi (l'offerta era stata giudicata deludente) tre successive proroghe (una ad inizio settembre, una a metà a settembre, una a metà ottobre) per potere perfezionare la loro proposta. Oggi il commissario dovrebbe aprire la busta. Fonti vicine ai proponenti confermano che l'offerta è stata presentata. Feralpi e Duferco intendono rilevare il laminatoio del Caleotto e tutti i dipendenti: è prevista anche l'assunzione di una decina di lavoratori in più, definiti «attualmente mancanti».
La pratica più ingarbugliata sul tavolo di Nardi è però quella relativa al sito di Piombino, per il quale sono state avanzate, in queste settimane, due offerte distinte: la prima è rincoducibile al gruppo indiano Jindal, mentre la seconda, di cui si è avuto notizia solo nelle ultime settimane, proviene dalla conglomerata algerina Cevital (ieri il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha incontrato il presidente del gruppo nordafircano, Issad Rebrab, riferendo che l'investimento promesso per il rilancio è di circa 400 milioni). Si tratta di due proposte diverse tra loro, ma ritenute entrambe valide. In questi giorni il commissario ha lavorato all'analisi dei due piani industriali, richiedendo sia a Jindal che a Cevital informazioni ed integrazioni. All'inizio della prossima settimana Nardi dovrebbe fornire al comitato di sorveglianza una prima analisi delle due proposte in campo. Dal confronto dovrebbe emergere la scelta su quale delle due proposte privilegiare per il futuro di Piombino. Secondo alcuni osservatori, però, non è da escludere neppure una «terza soluzione», vale a dire l'eventualità che il commissario chiede un ulteriore periodo di proroga, per permettere ai due proponenti un rilancio, visto il sostanziale equilibrio delle due offerte.
Il tempo però stringe. Il sindacato è già stato convocato al ministero dello Sviluppo economico, proprio martedì, per fare il punto della situazione sulla vicenda (si tratta di una convocazione già prevista e richiesta dagli stessi rappresentanti dei lavoratori nelle scorse settimane). Il giorno successivo, mercoledì, è prevista un'assemblea per informare i lavoratori sulle comunicazioni emerse durante la riunione al ministero.
È fissata invece per oggi, sempre al Mise, la convocazione dell'amministratore delegato delle Acciaierie speciali Terni (di proprietà della tedesca ThyssenKrupp), Lucia Morselli, nel tentativo di riaprire la trattativa sul piano industriale, sfociato nella procedura di mobilità per 537 lavoratori inaugurata dall'azienda il 9 ottobre. Le rsu del gruppo ternano stanno organizzando pullman per Roma: l'obiettivo è presidiare, fin dalla mattina, l'ambasciata tedesca a Roma. L'iniziativa si svolge nell'ambito della mobilitazione dei lavoratori, ancora in sciopero, promossa contro i licenziamenti e le decisioni di ThyssenKrupp. Nei prossimi giorni dovrebbe essere organizzato un presidio anche davanti alla sede del gruppo tedesco, ad Essen.
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