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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2014 alle ore 17:32.
L'ultima modifica è del 03 novembre 2014 alle ore 17:38.

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(Corbis)(Corbis)

Evidentemente la crisi economica e le preoccupazioni che trascina con sé sono già sufficienti a togliere il sonno agli italiani, se è vero che, nel 2013, persino il consumo di caffè nel nostro Paese è diminuito (dell’1,2%), in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Cresce tuttavia il giro d’affari dell’industria del caffè italiano, che vale 3,1 miliardi e dà lavoro a 7mila addetti con oltre 700 torrefazioni.

A trainare il mercato - spiega il Comitato Italiano caffè - sono soprattutto le esportazioni di caffè torrefatto, destinato in particolare ai Paesi europei (per il 70%), oltre a Stati Uniti, Australia e Federazione russa, con un aumento significativo di Emirati arabi uniti e Cina. Ma ottimi risultati ha registrato anche, nel corso dell’ultimo anno, il segmento del caffè monoporzionato (in capsule, cialde ecc.) che, considerando anche l’importazione delle capsule speciali Nespresso italia e Nestlè Italia, è cresciuto del 9,1%, per un valore complessivo di 982 milioni. Anche in questo caso, cresce la vendita sui mercati esteri (+17,6%) mentre rallenta quella sul mercato domestico, che segna comunque un +5,3%.

Il buon andamento del 2013 sembra confermato, secondo i dati del Cic - anche nei primi sei mesi dell’anno, che hanno registrato un incremento del 6% nelle importazioni di caffè verde (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e dell’8,7% nelle esportazioni di caffè torrefatto. Il nostro Paese si conferma così al terzo posto in Europa (e quarto nel mondo, alle spalle di Germania, Belgio e Stati uniti) per export di caffè torrefatto.

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