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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2014 alle ore 18:32.

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Decine di aziende manifatturiere coinvolte, tra le quali big della packaging valley – Ima, Marchesini Group, Gd – e della motor valley, da Ducati a Maserati. In collaborazione con Unindustria Bologna e Cna, Comune, Provincia e Camera di commercio del capoluogo emiliano lanciano il primo Festival della cultura tecnica.

Una idea che ha messo tutti d'accordo, imprese e istituzioni. I protagonisti dei sedici eventi previsti, dall'8 novembre al 15 dicembre, saranno da un lato gli studenti dei nove istituti tecnici della provincia (Aldini Valeriani, Alberghetti, Isis Archimede, Istituto Salesiano, Belluzzi Fioravanti, Giordano Bruno, Majorana, Marcello Malpighi, Montessori-Da Vinci) e dall'altro le imprese dell'area a più alta vocazione all'innovazione tecnologica.

Una iniziativa per riportare al centro delle strategie di sviluppo la formazione tecnica e – soprattutto – il rapporto stretto tra il sistema scolastico e la manifattura, che ha fame di figure tecniche altamente qualificate. Tanto che, a dispetto della disoccupazione, “ci sono ancora spazi per il collocamento di giovani preparati”, dice Sergio Ferrari, membro dell'ente camerale bolognese. “Per certe qualifiche – aggiunge Ferrari – la ricerca del personale da parte delle imprese può richiedere anche tre o quattro mesi. Anche in questo difficilissimo periodo la richiesta di competenze tecniche assorbe il 25% della domanda”.

Con il contributo del Museo del patrimonio industriale, della Fondazione Golinelli, del consorzio Aster per la ricerca e il trasferimento tecnologico alle imprese, il festival inizia nella sede del Comune con la presentazione da parte degli studenti della loro attività e delle loro invenzioni. “Perché le scuole tecniche, prima di tutto, fanno innovazione”, spiega Giuseppe Pedrielli, dirigente dell'Istituto Belluzzi Fioravanti.

Gli incontri tra gli studenti e le imprese più innovative, per un confronto e l'avvio di nuove partnership, chiuderanno il 15 dicembre una serie di eventi per favorire l'alternanza scuola-lavoro, individuare nuovi percorsi di formazione maggiormente adeguati alle esigenze delle imprese, promuovere tra i ragazzi, e tra le famiglie, il valore della cultura tecnica, capace anche in una fase estremamente critica di essere un salvacondotto contro la disoccupazione.

Per il Comune di Bologna una scommessa strategica sul futuro del sistema produttivo. “L'economia ha bisogno di nuove competenze – dice Matteo Lepore, assessore all'Economia e alla promozione – e dobbiamo costruire un'unica cabina di regia della formazione, investendo su questa idea anche una parte significativa dei fondi europei”.
Con il Museo del patrimonio industriale candidato a diventare un centro polivalente per la valorizzazione della formazione tecnica, Bologna parte con la forza di una offerta ampia e in larga parte corrispondente ai fabbisogni delle aziende. “Ma dobbiamo migliorare la didattica – ammette Claudio Bergianti, dirigente tecnico dell'Ufficio scolastico regionale – e orientare meglio i giovani: sul fronte della scelta di un percorso di studi tecnici siamo ancora carenti. Dobbiamo sfatare l'idea che sia l'approdo per gli studenti meno brillanti e che sia una scuola adatta soprattutto ai maschi”. Cosa che spiega anche l'evento del 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne: alla Fondazione Golinelli saranno le studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado a incontrare le imprese.

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