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Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2014 alle ore 06:39.

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TARANTO
Il Comune di Taranto sbarra la strada al progetto petrolifero Tempa Rossa. Niente da fare per il trasporto a Taranto, via oledotto, del greggio estratto in Basilicata. Con un voto che ha spaccato anche la maggioranza di centrosinistra, 15 favorevoli e 3 contrari, ieri pomeriggio il Consiglio comunale ha adottato il piano regolatore del porto all'infuori dell'allungamento per 350 metri del pontile della raffineria Eni. È questa, infatti, una delle due infrastrutture - l'altra è rappresentata dai due serbatoi di stoccaggio - che serviranno a Tempa Rossa. Averla bloccata, significa bloccare tutto il progetto che per Taranto, su un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro in gran parte concentrato in Basilicata, vale 300 milioni di euro ed una ricaduta di cantiere per 50 imprese e 300 occupati. Il Consiglio non ha affrontato l'aspetto dei serbatoi per il fatto che la loro ubicazione è prevista in un'area dell'Eni e dunque non soggetta al piano regolatore portuale.
Sino alla vigilia del Consiglio comunale si era profilata la possibilità che si cambiasse quanto deciso dalla giunta a metà settembre. Ovvero il no a Tempa Rossa su tutta la linea motivandolo col rischio di un aumento dell'inquinamento in un'area già segnata dall'emergenza Ilva. Era emersa la possibilità che il Comune desse l'ok all'ampliamento del pontile - che attualmente si sviluppa per 500 metri - e dicesse invece no ai serbatoi. Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, ha però preteso e ottenuto che la coalizione non cambiasse posizione. E così alla fine è stato. Il progetto proposto dalle compagnie Total, Shell e Mitsui, con Eni partner logistico, per ora si allontana sebbene dal 2011 abbia la Valutazione di impatto ambientale favorevole e una serie di autorizzazioni. Il Comune motiva il no con l'aumento delle emissioni, si rifà ad un parere espresso dall'Arpa Puglia e accoglie così il pressing che da mesi portano avanti i movimenti ambientalisti. Se si considera che tempo addietro sia il Comune di Taranto che la Regione Puglia hanno detto sì alle opere di Tempa Rossa eppoi hanno ribaltato la loro linea, con la Regione che ha chiesto al ministero dell'Ambiente di rivedere la Via favorevole concessa, sembra che le istituzioni locali non siano volute entrare in rotta di collisione con gli ambientalisti in una situazione già tesa per l'Ilva.
Ultimamente le compagnie petrolifere hanno anche rivisitato il progetto Tempa Rossa ribadendo che ha emissioni zero, perchè questa è una delle condizioni poste dalla Via, e che con gli interventi di recupero dei composti volatili del greggio ci sarebbe stato un taglio complessivo, su base annua, di 64 tonnellate di emissioni di cui 36 provenienti dagli impianti di Tempa Rossa e 28 dalla raffineria. Questa novità non è stata però considerata dal Comune.
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