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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2014 alle ore 10:48.
L'ultima modifica è del 10 novembre 2014 alle ore 14:33.

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Montecatini Terme (Marka)Montecatini Terme (Marka)

Pressata dai tagli del Governo (444 milioni nel 2015 a livello regionale), la Toscana prova ad azionare la leva delle dismissioni e a fare “pulizia” nella giungla delle partecipazioni, un ventaglio di 23 società che abbraccia tre centri termali (Montecatini, Chianciano e Casciana), tre centri fieristici (Firenze, Arezzo e Carrara), due interporti (Livorno e Prato), quattro gestori aeroportuali (Adf Firenze, Sat Pisa, Alatoscana Elba e Seam Maremma), la Centrale del latte di Firenze-Pistoia-Livorno e varie altre partecipazioni minori, dal golf ai gestori di parcheggi.

Nel complesso il valore nominale delle partecipazioni è di 167,8 milioni, superiore al patrimonio netto contabile pari a 156,3 milioni di euro (di cui la metà riferiti a Fidi Toscana, la finanziaria regionale di cui la Regione detiene il 46,2%, e che nel 2012 ha perso 2,3 milioni di euro). Nell'esercizio 2012 le partecipate regionali hanno realizzato complessivamente un utile di 3,89 milioni, che però si trasforma in 1,3 milioni di perdita considerando solo le quote di pertinenza della Regione.

Una gestione dunque in rosso, alla quale il presidente Enrico Rossi ha annunciato di voler mettere fine: «Venderemo le quote di tutte le società partecipate, dagli aeroporti alle terme, dagli interporti alle fiere e congressi, sia di quelle in attivo che in passivo – ha annunciato nei giorni scorsi -. Rimarremo solo in Fidi Toscana, per il ruolo fondamentale di sostegno all'economia che l'azienda ha, e per l'accesso al credito che offre alle imprese».
L'intenzione di dismettere dovrebbe concretizzarsi in un bando che invita a manifestare l'interesse, anche se i risultati non sono scontati visto che solo poche partecipazioni sono appetibili, e visto che già da tempo la Regione sta cercando, senza successo (aste deserte), di vendere quote di minoranza in partecipate non strategiche come Firenze Parcheggi (1,6%), Ente valorizzazione acque minerali Fonteviva (0,2%), Golf La vecchia pievaccia (0,1%).

«Incasseremo 60 milioni di euro», è la previsione del presidente Rossi. «Il governatore spieghi come farà a vendere le azioni di società che non vuole nessuno, e perché vuol disfarsi anche di quelle che fruttano milioni», gli risponde il presidente della commissione regionale di controllo, Paolo Marcheschi di Fratelli d'Italia. In realtà l'annuncio del presidente Rossi ha spiazzato molti, soprattutto all'interno delle società che si occupano di infrastrutture. «Usciremo dalla gestione, ma continueremo a garantire gli investimenti sulle strutture», ha aggiunto Rossi per indorare la pillola, riferendosi probabilmente a quelle realtà che hanno carattere strategico per il territorio, come aeroporti, interporti e centri fieristici.

La strada annunciata da Rossi è già stata intrapresa dalla Camera di commercio di Firenze, che nei giorni scorsi ha pubblicato un bando di asta pubblica per lotti, per sollecitare le manifestazioni di interesse a rilevare alcune partecipazioni societarie, tra cui Agroqualità, Isnart, Logistica Toscana, Banca Mps Capital services, Tecnoservice Camere, Tosco Romagnola.

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