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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2014 alle ore 06:47.

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TORINO
Un sistema di monitoraggio evoluto, che ha permesso al Piemonte di disegnare una mappa – attendibile e aggiornata – dell'amianto presente nelle città. Nella regione dell'Eternit di Casale Monferrato e dell'emergenza sanitaria indotta dalle patologie provocate dalle fibre di amianto presenti nell'ambiente, l'Agenzia regionale dell'Ambiente (Arpa) ha mappato i tetti dell'intera regione e ha stimato in oltre 100mila – 30mila solo nella provincia di Torino – i manufatti contenenti amianto, sui quali sarà necessaria una bonifica. Un passo in avanti, dunque, rispetto al censimento condotto a partire dal 2001 sui 51 comuni dell'area di Casale Monferrato, basato su circa 7mila schede di autocensimento. Che richiederà attenzione e risorse per le bonifiche.
«Abbiamo incrociato i rilievi fotografici della regione e le mappe esistenti e abbiamo individuato le aree interessate dalla presenza di amianto con un buon livello di affidabilità» racconta il direttore dell'Arpa Angelo Robotto. Un metodo rapido e a basso costo, che permetterà nell'arco di un paio di anni di disegnare su area vasta le zone critiche, anche tramite l'utilizzo sperimentale di un drone. Un metodo che potrebbe rappresentare un modello da adottare in altre zone d'Italia, come conferma Bernardo De Bernardinis, presidente nazionale dell'Ispra. «Ci sono regioni, come la Basilicata, che hanno fatto monitoraggi capillari, ma il modello adottato in Piemonte potrebbe essere utile nelle regioni più estese».
Seicento i comuni coinvolti dal monitoraggio, su un'area di 9mila metri quadri abitata da circa tre milioni di persone. Sugli oltre 100mila siti a rischio individuati, almeno 23mila sono stati oggetti di un sopralluogo, utile a circoscrivere la contaminazione e a definire una percentuale di "errore" del sistema pari al 30 per cento. Il passo successivo è completare il monitoraggio e creare un sistema in cui Comuni e Asl riversino dati catastali e interventi di bonifica effettuati.
«Mi preoccupa – dice l'assessore regionale all'Ambiente Alberto Valmaggia – che sui siti oggetto di sopralluoghi successivi al telerilevamento, sia emersa una bassissima percentuale di bonifiche in corso».
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