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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2014 alle ore 08:14.

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Bergamo. Dal nostro inviato
Aumentano le Pmi aderenti ma calano i finanziamenti garantiti e crescono le sofferenze del sistema Confidi: nel 2013 i finanziamenti garantiti in essere sono calati a 9,97 miliardi dai 10,3 dell'anno prima. Il tasso di sofferenza dei 107 Confidi è passato dall'11,38% del 2012 al 18,9% dell'anno scorso (meglio i Confidi industriali con 3 punti in meno). L'incidenza delle partite deteriorate è balzata di dieci punti al 29,8%.
«Con la crisi del sistema finanziario e la mole delle sofferenze - ha detto Paola De Vincentiis dell'università di Torino nel corso della presentazione del Rapporto annuale Federconfidi presentato ieri a Bergamo - i Confidi hanno dovuto ridurre la propria esposizione al rischio. La contrazione delle garanzie è andata di pari passo con la riduzione del volume di prestiti bancari alle industrie».
L'indagine annuale di Federconfidi evidenzia la notevole contrazione dei risconti passivi per effetto della riduzione del flusso di garanzie erogate e dello spostamento su garanzie a breve termine, pari al 70% del nuovo erogato. «C'è un evidente sforzo di patrimonializzazione compiuto dai Confidi industriali - ha sottolineato De Vincentiis -. E il patrimonio di vigilanza aumenta in maniera più che proporzionale rispetto al sistema». E ha poi concluso sottolineando che «il confronto delle escussioni potenziali con i mezzi di copertura disponibili evidenzia una notevole situazione di stress del sistema. Occorrono soluzioni che permettano di fronteggiare la mole di posizioni deteriorate».
E infatti la legge di Stabilità prevede la patrimonializzazione dei Confidi con 225 milioni del fondo centrale di garanzia e 70 milioni delle Cdc. «È la prima volta che facciamo un'operazione di questo tipo - ha detto Gerardo Baione del ministero dello Sviluppo economico - ma crediamo nel via libera della Ue». Quale la procedura di aggiudicazione? «Stileremo una graduatoria dei Confidi - ha risposto Baione – partendo da quelli più efficienti» e comprendendo anche le reti d'imprese.
A proposito di queste ultime, Aldo Bonomi, presidente di Retimpresa Confindustria, ha sottolineato che le attuali 9mila imprese in 1.800 reti potrebbero arrivare alla boa delle 10mila già dal 2015. Vincenzo Boccia, del comitato credito e finanza di Confindustria, ha rilanciato il tema della moratoria dei debiti. «In attesa che il sistema industriale riprenda fiato – ha detto - abbiamo bisogno di una finestra temporale: i fondi della Bce ci sono, ora serve solo la volontà del sistema bancario». E le banche? «Mettiamoci a discutere intorno a un tavolo - ha risposto Gianfranco Torriero, direttore centrale di Abi – tenendo contro delle regole Bce».
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