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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2014 alle ore 19:44.

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Il generale dei carabinieri Giovanni Nistri, dg del Grande progetto Pompei da 105 milioni, sul tema tre giorni fa di fronte al Senato ha espresso parole di grande cautela, spiegando che il monitoraggio delle anomalie nell'affidamento degli appalti non rientra «necessariamente» tra i compiti della sua struttura. Tuttavia la gestione delle gare per la messa in sicurezza del sito continua a rappresentare materia di lavoro per i tribunali: venerdì 14 novembre il Tar della Campania ha infatti depositato la sentenza nella quale accoglie il ricorso dell'azienda Forte Costruzioni contro la scelta della Soprintendenza vesuviana di affidare il restauro della Regio VII degli scavi alla concorrente Samoa Restauri, la newco di quel gruppo Caccavo che nel 2010 realizzò il restyling del Teatro Grande, vicenda che ha dato origine a un processo penale.

Sia nella gara per la Regio VII del valore dei 3,9 milioni che in quella per la Regio VIII da 4,5 milioni Samoa per requisiti era arrivata seconda alle spalle di Forte. Nelle pratiche di quest'ultima società, tuttavia, erano stari riscontrati vizi di forma che ne avevano comportato l'esclusione. Decisione di fronte alla quale la compagine imprenditoriale napoletana ha deciso di muoversi legalmente: sulla Regio VII ha fatto ricorso al Tar ottenendo appunto la sospensiva; sulla Regio VIII – dove Samoa nel frattempo ha già aperto cantiere - ha avviato un procedimento risarcitorio da 350mila euro per mancato utile più danno curricolare (c'è udienza il 19 novembre). La decisione del Tar della Campania che ha anche condannato la Soprintendenza a risarcire i ricorrenti è adesso impugnabile di fronte al Consiglio di Stato. Settimana prossima, intanto, presso il Tribunale di Torre Annunziata è iscritta a ruolo la prima udienza del processo che vede tra gli imputati l'ex legale rappresentate dell'azienda salernitana Annamaria Caccavo e l'ex commissario di protezione civile di Pompei Marcello Fiori, oggi coordinatore dei Club Forza Silvio. Le ipotesi di reato vanno dalla corruzione alla frode, dall'abuso d'ufficio alla truffa nell'affidamento e nella gestione di contratti. La procura contesta la levitazione degli importi necessari al restauro del Teatro Grande da 449mila euro a 8 milioni. Circostanza che non ha impedito ai Caccavo di continuare a vincere gare a Pompei.

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