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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2014 alle ore 11:57.

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Le piogge di novembre a Pompei non portano mai buone nuove. Quattro anni fa il crollo della Schola Armatorum fece salire il livello generale d'allerta intorno a quello che l'Unesco definisce il sito archeologico meglio conosciuto e peggio conservato del mondo occidentale. Quest'anno per fortuna niente crolli, ma arriva un blitz della Direzione investigativa antimafia di Napoli in Soprintendenza con relativa acquisizione di materiale informatico e atti per fare luce sugli appalti del Grande progetto.

Gli agenti sono arrivati negli uffici degli scavi venerdì mattina di buon'ora. L'idea dei più era che si trattasse di un controllo di routine di quelli che periodicamente avvengono sulla base del Protocollo d'intesa per la legalità sottoscritto dai ministeri di Interni e Beni culturali nel 2012. Stavolta, tuttavia, gli investigatori hanno fatto rotta sull'ufficio tecnico, facendosi consegnare gli hard disk dei computer e, in alcuni casi, ispezionando addirittura le cartelle di alcuni dipendenti. Tra gli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia di Napoli al momento c'è grande riserbo, ma tutto lascia pensare che il blitz sia riconducibile al fascicolo aperto in Procura prima dell'estate (si veda ilsole24ore.com del 5 maggio 2014) intorno agli appalti del Grande progetto da 105 milioni cofinanziato dall'Unione europea. Da indiscrezioni si apprende che per il momento il lavoro degli inquirenti ruoterebbe intorno all'ipotesi di reato di abuso d'ufficio.

Proprio mercoledì della settimana scorsa il generale dei carabinieri Giovanni Nistri, dg incaricato dal Mibact di velocizzare il maxipiano comunitario d'investimento, aveva fatto il punto su Pompei al Senato, soffermandosi anche sul caso degli appalti vinti sempre dalle stesse aziende. «Il compito del direttore generale di progetto - disse - è quello di fungere da supporto alla stazione appaltante, che in questo momento è la Soprintendenza, di cercare di monitorare l'avanzamento dei lavori e di segnalare lo stato dell'arte, non necessariamente le anomalie, perché un'anomalia viene segnalata per legge automaticamente dal titolare del singolo procedimento. La cosa importante da dire è che c'è un monitoraggio di ciò che avviene. Quanto questo poi debba trovare spazio in altri ambiti, che non sono della direzione generale del progetto, non mi compete». Sarà a questo punto la Procura di Napoli a valutare se ci sono state anomalie.

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