Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2014 alle ore 11:48.

My24

Dopo la trattativa a oltranza iniziata nel pomeriggio, lunedì notte è stato raggiunto l'accordo tra i vertici dell'Opera di Roma e le sette sigle sindacali dei lavoratori, scongiurando così i 180 licenziamenti collettivi annunciati lo scorso 2 ottobre.

Salvi dunque coro e orchestra del teatro lirico capitolino, anche se l'intesa siglata prevede comunque risparmi sui costi per il personale per 3 milioni di euro, che saranno ripartiti tra tutti i lavoratori del Teatro (compresi tecnici e amministrativi, per un totale di circa 550 persone) a partire dal 1° gennaio del 2015 e per due anni. La voce più sostanziosa del risparmio (1,3 milioni) riguarda il premio di produzione integrativo, congelato per il 2015 e 2016, fino al raggiungimento del pareggio di bilancio (se l'equilibrio economico venisse raggiunto prima, l'integrativo sarà redistribuito). Altri risparmi interesseranno straordinari e indennità, altri ancora arriveranno dall'aumento della produttività, che consentirà di tagliare i costi per il personale a tempo determinato.

«È una vittoria di tutti – ha detto al Sole 24 Ore il sovrintendente dell'Opera di Roma Carlo Fuortes, che il 24 novembre proporrà alla riunione del cda del Teatro il ritiro dei licenziamenti –. Siamo molto soddisfatti, perché l'accordo è stato raggiunto all'unanimità e perché pone le basi per un reale rilancio dell'Opera». L'accordo è «un successo per tutta la città», secondo il sindaco di Roma Ignazio Marino, che auspica ora anche «un ripensamento del maestro Riccardo Muti».

Soddisfatti per i posti di lavoro salvati anche i sindacati, sebbene non manchino perplessità e rammarichi tra i lavoratori, che già domani dovrebbero riunirsi in assemblea per votare l'accordo (come previsto dall'accordo stesso). Secondo una prima stima dei sindacati, i risparmi previsti porteranno a tagli in busta paga tra i 100-120 e i 200 euro netti al mese. «A fronte di questo sforzo economico accettato dai dipendenti, ci saremmo aspettati qualcosa in più dall'azienda – dice Alberto Manzini, segretario generale della Slc Cgil Roma e Lazio -: ad esempio risposte più convincenti sul tema dell'aumento della produttività, dato che l'attuale organico non è secondo noi sufficiente a garantire lo sforzo richiesto mantenendo un livello di eccellenza». Per Paolo Terrinoni, segretario regionale Fistel Cisl, resta invece «il rammarico di aver firmato un accordo peggiorativo rispetto a quello dello scorso luglio, che avrebbe consentito di non togliere nemmeno un euro ai lavoratori».

L'accordo passerà lunedì prossimo al vaglio del cda del Teatro: «Escludo la possibilità di intoppi – commenta il sovrintendente – perché l'intesa assicura al Teatro di tornare al pareggio di bilancio attraverso una più efficiente gestione delle risorse, una maggiore produttività e una crescente qualità artistica». Nel 2015-2016 l'obiettivo è aumentare la produzione di almeno il 10%, per arrivare a un aumento di oltre il 40% rispetto alla stagione 2013-2014.

L'accordo stabilisce anche la creazione di Commissioni di trasparenza che ogni tre mesi si incontreranno per monitorare il percorso di risanamento. I sindacati si sono inoltre impegnati a non «ricorrere ad azioni di conflittualità» sui punti dell'accordo (ma il diritto di sciopero non è in discussione), a ratificare entro metà dicembre un Protocollo di relazioni industriali e a votare le Rsu entro febbraio.

Lunedì è stata una giornata di distensione sul fronte delle trattative sindacali anche alla Scala di Milano dove, pur sottolineando che molte questioni di natura contrattuale interna restano ancora aperte, la Cgil ha sospeso lo sciopero previsto per la giornata di oggi, assicurando dunque la messa in scena dell'ultima replica del «Simon Boccanegra» con Plácido Domingo.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi