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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2014 alle ore 11:31.
L'ultima modifica è del 20 novembre 2014 alle ore 16:31.

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Passi in avanti per l'Ast di Terni. Dopo un notte di trattative oggi pomeriggio alle 14 si terranno le assemblee dei lavoratori di Ast alla presenza dei segretari sindacali nazionali. Registrando uno stato di avanzamento rispetto alle questioni chieste, le segreterie nazionali ritengono infatti opportuno verificare le condizioni su come procedere fino al prossimo incontro al Mise previsto per mercoledì 26 di pomeriggio. C'è da valutare la nuova proposta di intesa sulla vertenza Ast messa a punto al ministero dello Sviluppo economico con la mediazione del ministro Federica Guidi. La bozza prevede: piano industriale quadriennale con un milione di tonnellate minimo di produzione di acciaio a caldo, piano di investimenti comprensivo del trasferimento e il revamping della linea di Torino, integrativo aziendale sostanzialmente invariato rispetto al passato con il premio di produzione di 723 euro trasformato in premio di produttività variabile ed esigibile in base ai giorni effettivamente lavorati, mobilità incentivata per i circa 125 esuberi rimasti sul tavolo, verifica fra due dell'utulizzo dei due forni di Terni. La proposta è frutto della sintesi dei due giorni di serrato confronto tra le parti al ministero. Intanto l'amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli, ha confermato “l'intenzione di mantenere l'integrità del sito produttivo di Terni escludendo qualsiasi ipotesi di smantellamento di impianti” con un “messaggio al personale” del manager dell'acciaieria affisso la notte scorsa ai cancelli dello stabilimento. Si sottolinea che “nei prossimi due esercizi saranno in funzione entrambi i forni” i quali, se si arriverà a un “ragionevole livello di profittabilità” e se “il mercato ne giustificherà l'utilizzazione”, “continueranno ad operare insieme”. “È per questo – prosegue il documento - che è essenziale che nel corso dei prossimi due esercizi venga fatto ogni sforzo per raggiungere i necessari livelli di efficienza ed i conseguenti livelli di risparmio di costi che sono stati fissati in una riduzione di circa euro 100 milioni”. Tra le riduzioni previste, quella del costo del lavoro si attesta su circa 30 milioni di euro, che Ast “ha pianificato di raggiungere con 290 esuberi ed una riduzione dell'onere del contratto integrativo per circa euro 14 milioni. Dal numero complessivo degli esuberi vanno però tolti “165 colleghi che ad oggi hanno già pianificato di lasciare l'azienda”. Per quanto riguarda l'integrativo, “il sacrificio è richiesto - spiega ancora la nota - perché riduce di 260 il numero complessivo degli esuberi”, consentendo ad Ast di “mantenere un organico strutturato per una capacità produttiva di circa un milione di tonnellate”. Coloro che decideranno di risolvere il loro rapporto di lavoro riceveranno un contributo straordinario di 80 mila euro. L'ad Morselli annuncia inoltre che nei prossimi anni saranno comunque “effettuati importanti investimenti per migliorare la qualità dei nostri impianti produttivi, incrementare i livelli di sicurezza ed aumentare la protezione dell'ambiente”. Confermate anche le spese di ricerca e sviluppo e il trasferimento della linea produttiva del freddo di Torino. Il management dell'acciaieria si dice infine “molto preoccupato degli effetti che la prolungata chiusura aziendale sta avendo sul futuro dell'azienda”. “La mancanza di produzione e di spedizioni ai clienti - spiega ancora - sta facendo perdere non solo ricavi attuali ma soprattutto commesse e contratti che sono indispensabili per il futuro della società”. L'amministratore delegato si augura quindi che “presto l'azienda possa ritornare alla normale operatività”.

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