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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2014 alle ore 18:08.

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“Tassateci con moderazione”, è l'esortazione di Paolo Streparava, vice presidente Sviluppo d'impresa, Innovazione ed Economia di Aib Confindustria Brescia. “L'inasprimento fiscale – aggiunge - che ci porta a circa un adempimento al giorno da qui a Natale, non esclude i distillatori”. “Insieme a Federvini – ribatte il presidente AssoDistil, Antonio Emaldi - lanciamo l'appello perché il quarto aumento delle accise su prodotti alcolici e intermedi, rappresentativi del Made in Italy, previsto per il prossimo gennaio, sia cancellato”.

E' il focus della giornata di approfondimento a Borgonato di Cortefranca (l'ultima, dopo gli incontri nelle altre regioni italiane), negli spazi di Borgo Antico San Vitale, nell'azienda lombarda “Distillerie Franciacorta”: le accise sull'alcol, “che mettono a rischio il futuro delle grappe, della tradizione, delle zone di produzione d'eccellenza, simbolo del Made in Italy”.

Questo l'allarme lanciato da AssoDistil e Federvini. Secondo i relatori, solo in Lombardia sono in pericolo più di mille posti di lavoro. Il calo dei consumi derivato dall'innalzamento dei prezzi e l'erosione dei margini “mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese”. Per Federvini e AssoDistil gli incrementi di accisa sugli spiriti e sui prodotti intermedi che interesseranno anche le grappe, dopo i tre aumenti da fine 2013 a inizio 2014, potrebbero raggiungere quota +30 per cento a gennaio 2015. “Questa manovra potrebbe provocare il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro a livello nazionale (sono circa 140 le distillerie operanti sul territorio italiano) e di oltre mille posti in Lombardia, territorio d'eccellenza nella produzione delle grappe, che attualmente occupa circa 18mila persone nella filiera produttiva”. Verrebbero colpite, dicono i relatori, le produzioni d'eccellenza, come grappa e amari, limoncello, aperitivi e altri prodotti simbolo del Made in Italy. L'incontro, oltre a lanciare l'allarme, serve a sensibilizzare la politica (in sala anche l'on. Guido Galperti, della X Commissione Attività Produttive della Camera).

Non rassicurante il quadro complessivo tracciato da Antonio Emaldi, basato sui dati dell'Osservatorio congiunturale, rilevati per AssoDistil (Format): nel terzo trimestre dell'anno quasi l'80% delle aziende intervistate (90 casi) attribuisce il calo del fatturato all'aumento delle accise. E per il 60% delle imprese è diminuito il fatturato medio. “Le aziende non solo dovranno adeguare le cauzioni per garantire l'Erario, ma listini e software”. E si aggiunge pure la scarsa liquidità. Le assunzioni bloccate nelle distillerie, per un terzo delle aziende, mentre il 18% delle imprese di settore ha già tagliato i posti di lavoro, completano il quadro. Unica nota positiva, gli investimenti, che rimarranno tali anche nei prossimi due anni: “Soprattutto per norme su impatto ambientale e sicurezza e per creare prodotti più appetibili”. Preoccupato anche Luigi Gozio, consigliere AssoDistil e titolare, con i fratelli Antonio e Giuliano, delle “Distillerie Franciacorta”: “Questa è una legittima e doverosa battaglia, a tutela di posti di lavoro, storia sociale e culturale e territori”. Per Elvio Bonollo, presidente Istituto Nazionale Grappa, “rischiamo di perdere il know how dei mastri distillatori e di aziende che producono da generazioni”. Insieme ad AssoDistil anche Federvini lancia l'allarme: “Una vera ‘picconata' al Made in Italy – sottolinea il presidente Sandro Boscaini – e la Lombardia sarà una delle regioni che ne risentirà di più”. Per sostenere il settore, è attivo il sito www.stopalleaccise.it, dove è possibile firmare una petizione online.

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