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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2014 alle ore 17:19.

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Carlo Noseda (ImagoEconomica)Carlo Noseda (ImagoEconomica)

Il mondo dell'imprenditoria digitale può essere uno sbocco per chi ha perso il lavoro in una delle ristrutturazioni aziendali che colpiscono migliaia di persone. Ne è convinto Carlo Noseda, presidente di Iab Italia, che, a margine della plenaria del Forum a Milano, fa il bilancio di due giorni di incontri e seminari che hanno coinvolto manager e operatori dell'economia digitale.

«Ogni rivoluzione industriale - ha detto all’agenzia Agi - ha fatto sì che il mondo potesse evolvere. Credo che questo momento di fermento e di rinascimento digitale dia alle persone la possibilità di reinventarsi, di convertirsi e formarsi per lavori nuovi». Per questo, aggiunge, «la formazione è importante e spetta tanto alle aziende che alle istituzioni, ma anche alle associazioni come lo Iab». Convertirsi al digitale, aggiunge Noseda, «è più facile di quanto si pensi perché oggi la tecnologia è molto più intuitiva». Un Paese come l'Italia, dice, «è già un hub di creatività, ma ora dobbiamo fare delle nostre diversità locali una ricchezza capace di parlare con una unica voce proprio attraverso il digitale, perché senza ceatività la tecnologia é fine a se stessa».

Durante lo Iab Forum sono stati resi noti i dati sul mercato dell'advertising
digitale italiano nel 2014, sulla base di rielaborazioni di Nielsen e del Politecnico di Milano. I dati indicano per il 2014 una crescita del 12,7%, per un investimento in pubblicità online che in Italia arriva a 2 miliardi di euro. Crescite importanti si registrano nei segmenti del video, social e programmatic advertising (+25%, +70% e +120%). Il mobile advertising arriva a occupare il 14,5% del mercato con 290 milioni di euro, ma l'importanza del mobile cresce anche come accesso al web: secondo i dati Audiweb 2014 presentati ieri, 15 dei 21,2 milioni di utenti internet italiani accede da mobile. Internet insegue la tv come medium privilegiato, superandola nella fascia del mattino con i soli dispositivi portatili: il 59% del tempo in rete inoltre è speso sulle app (WhatsApp in testa). Solo il 22% degli over 55, però, risulta online e una minoranza di questi da mobile.

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