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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2014 alle ore 08:13.

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Si aprono nuovi spiragli nella trattativa per la Acciai Speciali di Terni (Ast), che fanno sperare in un esito positivo della riunione tra vertici dell’azienda e sindacati già calendarizzata per il prossimo 2 dicembre e che dovrebbe portare alla conclusione dell’accordo.

Il tavolo tra le parti convocato ieri al ministero per lo Sviluppo economico, presieduto dal ministro Federica Guidi, ha infatti segnato passi avanti su due punti fondamentali: il numero degli esodi volontari (saliti a 251) e la conferma fino a settembre 2015 del contratto di fornitura a Ilserv , società che fa capo alla multinazionale Harsco. L’Ast ha infatti comunicato che ci sarebbe già la firma su un accordo tra ThyssenKrupp (il gruppo tedesco che controlla l’acciaieria ternana) e Harsco per confermare a Ilserv, la maggiore ditta esterna che opera nell’acciaieria, «il mantenimento degli appalti in essere, con decorrenza retroattiva dal primo ottobre 2014», come annunciano in una nota congiunta le segreterie territoriali dei sindacati che hanno partecipato all’incontro (Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl). La proroga del contratto d’appalto dovrebbe mettere in salvo i 200 lavoratori su cui pendeva la cassa integrazione. Entro la fine di marzo del prossimo anno, secondo quanto confermato dalla stessa Harsco, Ast procederà con una nuova gara per la riassegnazione degli appalti. Resta tuttavia in sospeso la questione della clausola di salvaguardia per le altre imprese fornitrici, su cui i sindacati chiedono garanzie.

Non è l’unica questione da definire, ma i passi avanti compiuti ieri fanno ipotizzare il raggiungimento di una intesa martedì prossimo, soprattutto sul fronte degli esuberi, che sarebbero ora ridotti a 39 e potrebbero scendere ancora fino al raggiungimento di un’intesa sul numero degli esodi volontari. L’azienda ha infatti confermato in una nota l’aumento delle adesioni al piano di mobilità volontaria che prevede una buonuscita di 80mila euro lordi. Altri potrebbero aggiungersene nelle prossime ore, arrivando al numero previsto, facendo così decadere la clausola sull’esigibilità dei licenziamenti originariamente richiesta dall’aziende, come spiega una nota del Ministero, con l’auspicio che «nei contatti che proseguiranno nelle prossime ore si possano creare le condizioni per arrivare alla conclusione dell’accordo definitivo nell’incontro del 2 dicembre».

Più duro il commento dell’Ast che, pur riconoscendo i passi avanti, in una nota rileva che «a oggi perdurano la chiusura dell’area a caldo dei forni e l’impossibilità della movimentazione merci, neutralizzando l’operatività industriale» e chiede l’immediato ritorno alla normalità. La protesta dei lavoratori (che da oltre un mese bloccava gli impianti) sta del resto rientrando: già giovedì sono tornati in fabbrica i primi operai. La riunione di ieri ha contribuito a distendere il clima tra le parti e i sindacati si dicono ottimisti. «Dalla riunione di oggi (ieri per chi legge, ndr) sono emerse novità che facilitano la trattativa in vista dell’incontro di martedì», ha commentato Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil. «Ma non si può ancora cantare vittoria – precisa il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro –: restano da discutere il tema dell’integrativo e da verificare i termini dell’intesa». Su clausola sociale e integrativo, precisa il segretario Fim Cisl Marco Bentivogli, «si lavorerà nelle prossime ore per arrivare martedì pomeriggio a una positiva conclusione».

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La vicenda in numeri

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