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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 12:44.

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Il roadshow “Italia per le imprese, con le Pmi verso i mercati esteri” promosso dal ministero dello Sviluppo Economico fa tappa a Padova, la provincia veneta dove l'export si è dimostrato il vero salvagente in grado di puntellare fatturati e ordinativi.Qui, nel 2013 il valore delle esportazioni (8,7 miliardi) ha distanziato il livello pre-crisi (7,6 miliardi nel 2007); e guardando a una prospettiva lunga un decennio la crescita più rilevante vede protagonisti i nuovi mercati, saliti dal 2003 al 2013 di quasi 10 punti percentuali: dal 32,8 al 41,2% delle esportazioni provinciali.

I dati sono un'elaborazione dell'Ufficio studi di Confindustria Padova sulle traiettorie dell'export, dove per “nuovi mercati” si intendono tutti i Paesi a eccezione delle economie di più antica industrializzazione, e cioè Unione europea (a 15), Stati Uniti, Svizzera, Norvegia, Canada, Australia e Giappone.Negli ultimi dieci anni il valore complessivo delle esportazioni padovane è cresciuto del 55,7% (da 5,6 a 8,7 miliardi). Ma se i mercati tradizionali segnano un +36,2%, il balzo nei nuovi mercati sfiora il raddoppio: +95,9%, a un ritmo medio annuo del 7,7 per cento. Risultati che dipendono da un mix di prodotti di qualità e capacità imprenditoriale, complice anche il crollo della domanda interna che ha spinto le imprese a cercare nuovi sbocchi di mercato oltre confine.

Tra le nuove rotte più dinamiche – anche se con quote relative ancora contenute - spiccano la Turchia con un aumento medio annuo del valore dell'export pari al 13,8%, Russia (+16,4% medio annuo), India (+15,5%), Cina (+12,8%). I mercati tradizionali sono ancora gli sbocchi di riferimento di beni e servizi made in Padova: oltre 5 miliardi nel 2013 (3,7 nel 2003) e una crescita media annua del 4%, ma con una quota complessiva scesa dal 67,2 al 58,8%. Germania e Francia assorbono da sole il 22,9% delle esportazioni padovane, mentre la Germania in flessione segna ancora una quota pari al 13,3 per cento. Quanto alla composizione merceologica, l'export della provincia è costituito per oltre il 40% da prodotti della meccanica.

Alla tappa veneta del road show sono intervenuti il vice ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda che ha illustrato le opportunità per le aziende del Made in Italy all'estero, il direttore generale dell'Ice Roberto Luongo che ha illustrato il ciclo integrato di attività dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, Ferdinando Nelli Feroci presidente Simest e Simonetta Acri, direttore Rete Italia Sace.Dunque le imprese rivedono destinazioni e portafogli clienti, tracciando una tendenza da assecondare: «Allargare i confini, presidiare nuovi mercati dove più intensa è la domanda, attrarre investimenti: è questa la sfida per rompere la cappa di sfiducia e ripartire, con effetti positivi anche sulla domanda interna - dice il presidente degli industriali padovani Massimo Pavin -. Il made in Padova dà segnali incoraggianti. Il peso di Brics ed emergenti è cresciuto di dieci punti, anche se la quota è ancora modesta e va accresciuta. Bisogna sostenere l'internazionalizzazione delle Pmi in paesi come Cina, India, Brasile ma anche in aree più vicine come Mediterraneo, Medio Oriente, Golfo attivando reti di filiera per competere con i grandi player. La proiezione internazionale è condizione imprescindibile per la crescita».

E questo non significa solo vendere, ma presidiare i mercati di sbocco, conoscerne cultura, gusti, consumatori per soddisfarne la domanda: «La dote trovata in extremis nel Ddl Stabilità per il piano straordinario per il Made in Italy è un buon segnale di attenzione nei confronti dell'industria, da utilizzare nel modo più efficace se si vuole ampliare il numero di imprese esportatrici. Va in questa direzione la sinergia tra Confindustria Padova, Treviso e Vicenza nel servizio integrato FarExport e il ruolo capillare di consulenza e accompagnamento, con l'obiettivo ambizioso di 3mila nuove Pmi stabilmente esportatrici», conclude Pavin.

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