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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2014 alle ore 06:38.

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Ogni rinnovo contrattuale ha i suoi momenti. E, questo, per i sindacati dei bancari è il momento della consultazione dei lavoratori. Lo riconosce lo stesso presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro di Abi, Alessandro Profumo, che, ieri, in un dibattito con il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alle Terme di Chianciano, ha ricordato che per il rinnovo del contratto «le posizioni sono chiare e prima o poi bisognerà trovare una sintesi». Essendo un rinnovo che si porterà dietro molti cambiamenti, Profumo parla di «contratto epocale», i sindacati hanno scelto di consultare la base, organizzare le assemblee dei lavoratori e decidere se fare sciopero. Come in ogni trattativa quando si parte ci sono «dei punti di partenza diversi, ma ci sarà un momento in cui si dovrà trovare una sintesi», continua Profumo. Senz’altro i cambiamenti delle banche dove, fisicamente, entrano sempre meno persone, sono un dato di fatto e un punto di partenza imprescindibile.

Il costo del lavoro nel dibattito Profumo-Camusso viene visto come una variabile dal peso molto diverso. Se Camusso dice che i problemi delle aziende non sono il costo del lavoro e i diritti dei lavoratori, Profumo cita l’esempio della banca che presiede, Mps: «Anche noi siamo stati costretti a ridurre i costi del lavoro perché altrimenti la banca non sarebbe stata in piedi: abbiamo fatto un aumento di capitale e riunito un consorzio per un secondo aumento grazie a questo». Venendo al contratto dei bancari, per Susanna Camusso di positivo c’è che al tavolo della trattativa non è stato messo in discussione il contratto collettivo nazionale di lavoro. «Apprezzo l’accenno fatto da Profumo sulla volontà dei banchieri di salvaguardia del contratto nazionale». Certamente c’è però sul tavolo un rafforzamento del secondo livello. I banchieri, come ha ricordato ieri Profumo, vedono «con preoccupazione l’andamento economico del settore e i cambiamenti strutturali nel settore che non ci danno visibilità sul nostro futuro». Per questo la proposta dell’Abi è tutelare «il potere di acquisto sul contratto» ed eliminare «le altre forme che danno una dinamica non gestibile», come gli scatti che hanno un impatto sulla base per il calcolo del tfr. Poi nel contratto si potranno «creare condizioni per discutere a livello aziendale». A questo si aggiungono una serie di questioni normative che vanno dall’area contrattuale agli inquadramenti che andranno rivisti nell’ambito dei complessi equilibri di questo rinnovo. Su cui ieri il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha detto di essere «realisticamente ottimista».

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