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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 04 dicembre 2014 alle ore 15:49.

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Torino - «Il costo di 8,3 della tratta internazionale della Torino-Lione è il risultato di verifiche approfondite, condotte secondo una logica binazionale e con criteri che definirei robusti. Se la stessa opera fosse stata calcolata solo sul versante italiano, il valore credo sarebbe stato inferiore. Nel processo di verifica finale, mi aspetto non solo che le cifre non lieviteranno, ma addirittura che saranno leggermente limate».

A parlare è Mario Virano, commissario di governo per la Torino-Lione, presidente della struttura di missione italiana della Conferenza Intergovernativa e responsabile dell'Osservatorio. Una voce che arriva all'indomani delle polemiche scatenate dalla differenza fra le cifre del progetto definitivo della parte comune indicate da Ltf e dal ministero (8,3 miliardi) e quelle contenute nel Contratto di Programma di Rfi 2012-2016 (circa 12 miliardi).

«Se raffrontiamo la Torino-Lione con altre opere transalpine, come il Brennero e il Gottardo – spiega Virano – ci rendiamo conto che il prezzo al km da noi fornito è paragonabile. Nel caso specifico della linea italo-francese, la verifica delle cifre passa attraverso la valutazione incrociata dei due Stati, attraverso la Cig, il controllo del Comitato interministeriale italiano, il montaggio economico e finanziario da parte di advisor internazionali e, in ultimo, la valutazione di un ente certificatore indipendente. Senza dimenticare che anche la Bei controllerà prima di erogare i finanziamenti». Prosegue, ancora, il commissario: «Il soggetto che certificherà i costi della Torino-Lione verrà scelto attraverso una procedura di selezione. In estate Ltf aveva già pubblicato un avviso ma la procedura non si è conclusa a buon fine. Ora si stanno individuando una serie di criteri per la ricerca di questo soggetto tramite un invito, che non potrà essere spedito a società italiane o francesi e che abbiamo lavorato direttamente o indirettamente per la Torino-Lione. Il prossimo 16 dicembre, a Roma, si svolgerà una seduta della Cig in cui autorizzeremo Ltf a procedere. Tenendo a mente che questa certificazione non è imposta dal bando europeo, ma è una procedura liberamente decisa dai due Stati».

Affrontando direttamente la polemica sugli extracosti imputati da Rfi, Virano richiama che: «L'espressione “dare i numeri” significa in italiano sia “rendere note le cifre” sia “perdere il senso della realtà”. È ciò che è avvenuto nelle scorse settimane. Qualcuno ha dato i numeri veri, quelli di sempre, cioè gli 8,3 miliardi totali, di cui 2,9 a carico dell'Italia, al netto del contributo europeo al 40%. Altri hanno dato numeri fuori di ogni razionalità, poi rettificati da Fs e Rfi nell'ultima audizione al Senato».

Prosegue Virano: «Più in generale, fa piacere l’attenzione che accompagna ogni atto della Torino-Lione, perché è uno stimolo per fare buoni progetti, gestire buoni cantieri, avere i conti in ordine e tenere lontana la criminalità dagli appalti. Tuttavia mi sorprende constatare come tutto cambi quando si parla di altre opere di costo analogo e di impatto spesso superiore».

Un esempio di questa disparità di trattamento sarebbe, secondo il commissario, la questione dell’analisi costi-benefici. «Per la Torino-Lione – spiega - è stato fatto un lavoro accurato e unitario tra Francia e Italia, con parametri condivisi tra i due Paesi e scenari di riferimento concordati con l'Europa. L'analisi è stata pubblicata, dando spazio alle voci critiche con pari dignità, è stata presentata a Roma al Parlamentino e pubblicamente discussa. Successivamente sono intervenuti fatti nuovi, come il fasaggio in Italia ed in Francia, e per questo nei mesi scorsi è stato chiesto un aggiornamento dell'analisi all’Università Bocconi, attraverso il CERTeT. Che ha ultimato i suoi lavori con risultati molto interessanti. Tuttavia, mi chiedo per quali altre opere si possa dire altrettanto e chi conosca l'analisi costi-benefici della Napoli-Bari, dello stesso Brennero o del Terzo Valico».

La Cig, nella seduta del 16 dicembre, dovrebbe anche indicare la data in cui sarà indetta l'assemblea di costituzione del futuro promotore, che prenderà il posto di Ltf e avrà il compito di realizzare e gestire l'infrastruttura. Accanto a questo soggetto (partecipato per conto del Governo italiano da Fs holding, ma i cui vertici nel Cda saranno espressi dal Governo) proseguirà anche il lavoro dell'Osservatorio. «Che – conclude Virano – per ciò che riguarda la tratta internazionale, localizzerà l'attenzione sul tema delle cantierizzazioni. Mentre cercherà di trasporre l'esperienza di confronto con il territorio già effettuata sulla parte comune anche sulla tratta italiana della linea».

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