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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2014 alle ore 08:12.

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L’ESPOSIZIONE GLOBALE

Il credito maturato ammonta a 350 milioni; Cesareo (Confindustria): «Segnale

di attenzione , ma non copre

le esigenze manifestate»

Taranto

Si attenua la crisi delle imprese dell’indotto e dell’appalto Ilva. Da martedì prossimo e sino a Natale l’azienda pagherà alle aziende di Taranto dieci milioni relativi ai lavori eseguiti. Inoltre c’è l’impegno ad erogare altri dieci milioni a gennaio. Dopo l’incontro di giovedì mattina al ministero dello Sviluppo economico tra il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, e il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, si riduce l’allarme su un altro fronte scoperto del gruppo siderurgico: il rapporto con i fornitori. Due settimane fa le imprese erano tornate a manifestare insofferenza: dopo aver saldato con i primi 125 milioni del prestito ponte fatture arretrate per 34 milioni, l’Ilva aveva ripreso a non pagare. Inoltre, accanto agli oneri fiscali e contributivi da coprire, si avvicinavano anche gli stipendi di dicembre e le tredicesime. Tutto era a rischio. Ma stavolta, oltre alle retribuzioni, anche i posti di lavoro, visto che diverse imprese avevano paventato la messa in libertà dei dipendenti. Era così partito il pressing nei confronti dell’Ilva, anche perchè nel frattempo le banche avevano sbloccato la seconda rata del prestito (altri 125 milioni). I solleciti fatti all’Ilva non avevano però smosso nulla, nè determinato schiarite l’incontro tra il presidente Cesareo, alcuni imprenditori e il direttore generale dell’Ilva, Roberto Renon, avvenuto mercoledì a Taranto. L’ulteriore passaggio col commissario Gnudi ha invece permesso di aprire uno spiraglio: anche alle imprese arriverà un pò di liquidità, così come l’Ilva pagherà nei prossimi giorni ai dipendenti stipendi di novembre, tredicesime e rata del premio di risultato.

«È un segnale di attenzione quello che ci ha dato Gnudi – commenta Cesareo –. Capisco che non copre adeguatamente le esigenze manifestate dalle imprese, ma oggi, in una riunione in Confindustria a Taranto, chiederò ai miei colleghi uno sforzo ulteriore di responsabilità. Proviamo a resistere ancora, aspettando una svolta per l’Ilva. Se consideriamo che poco più di 48 ore fa, per noi non c’erano soldi, adesso quantomeno uno spiraglio c’è. Sono risorse che verranno canalizzate verso Taranto». Venti milioni come necessità immediata aveva chiesto Confindustria Taranto a Gnudi. La gestione commissariale ne offre 10 nei prossimi giorni e si impegna a sbloccarne altrettanti a gennaio. Il credito maturato dall’indotto e appalto di Taranto è pari a 23 milioni, 37 quello dell’area Puglia, mentre in 350 milioni verrebbe valutata l’esposizione complessiva dell’Ilva verso tutti i fornitori.

E nelle scorse ore, sia pure per poco, era stata di nuovo cancellata l’erogazione del premio di risultato ai dipendenti dell’Ilva con differimento a nuova data. Sul cosiddetto pdr prima l’azienda ha escluso di poterlo pagare, poi ci sarebbe stato l’invito del ministro Federica Guidi alla gestione commissariale a corrispondere anche il premio e quindi la garanzia aziendale dell’erogazione, infine il dietrofront dell’Ilva. Alcune ore dopo l’azienda ha nuovamente confermato il pagamento.

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