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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2014 alle ore 12:46.

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Un’università italiana che coordina un gruppo formato da alcuni tra i principali atenei a livello internazionale. Per promuovere il “fai da te” digitale. È il caso della Liuc di Castellanza (Varese) che è capofila del progetto europeo “DiDIY: Digital Do It Yourself” di cui fanno parte anche University of Westminster, Ab.Acus Srl, Manchester Metropolitan University, Free Knowledge Institute, Amerikaniko Kollegio Anatolia e Politecnico di Milano.

Si tratta di uno dei primi progetti presentati per Horizon 2020 (strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all'innovazione della Commissione Europea) per cui è stato approvato il finanziamento, pari a un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. «Il nostro obiettivo - spiega Luca Mari, docente della Scuola di Ingegneria Industriale della Liuc e coordinatore di DiDIY - è contribuire a chiarire le condizioni per cui gli strumenti del cosiddetto “fai da te digitale”, dalle stampanti 3D alle schede Arduino per la prototipazione rapida, potranno migliorare la nostra società, valorizzando la creatività degli individui e le sempre più diffuse possibilità di fare “innovazione aperta».

L’università lombarda gestirà il progetto mettendo a sistema le competenze sviluppate in particolare in alcuni dei propri centri di ricerca e di trasferimento tecnologico: SmartUp (Laboratorio Fabbricazione Digitale e Institute for Entrepreneurship and Competitiveness), Lab#ID e Cetic.
Il progetto sarà «interdisciplinare – sottolinea Mari – e riguarda infatti organizzazione e lavoro, ma anche formazione e ricerca, etica, aspetti giuridici quali la tutela della proprietà intellettuale e creatività. Per questo, lavoreremo a contatto con il mondo dei FabLab e dei makers, le scuole e le imprese, con l'obiettivo di produrre linee guida per policy makers interessati a creare opportunità per una società della conoscenza».

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