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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 06:58.

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VERTENZE APERTE

I sindacati convocati

giovedì al Mise

Il tempo stringe anche

per la Irisbus : 

acquirente da definire

Settimana decisiva per la sorte di due fabbriche del gruppo Fiat: quella di Termini Imerese e lo stabilimento Irisbus di Valle Ufita.

La sorte di Termini, in particolare, è appesa a un filo dopo che il potenziale acquirente Grifa non ha ancora fornito le garanzie finanziarie necessarie all'operazione: Grifa dovrebbe dimostrare la disponibilità di fondi per 25 milioni di euro, mentre altri 75 dovrebbero in teoria arrivare da una banca brasiliana. I fondi sono il presupposto necessario per assicurare la validità del progetto e per ottenere i finanziamenti pubblici al piano di rilancio, che prevede la produzione di piccole auto a propulsione ibrida. Dopo sei mesi di trattative, però, né i fondi promessi da Grifa né quelli brasiliani si sono materializzati. Giovedì 11 i sindacati sono stati convocati al ministero dello Sviluppo e il tempo stringe: i 700 lavoratori attualmente ancora a libro paga Fiat (indotto escluso) verranno messi in mobilità se il ramo d'azienda non dovesse essere trasferito a Grifa entro il 31 dicembre. Il governo, che ha più volte garantito sulla solidità della cordata Grifa, starebbe ora «lavorando al rafforzamento della compagine societaria», ovvero cercando nuovi soci finanziatori per l'impresa.

La scadenza del 31 dicembre vale anche la vertenza di un'altra fabbrica del gruppo Fiat, ovvero la Irisbus di Valle Ufita (attualmente parte del gruppo Cnh Industrial, scorporato da Fiat nel 2011). Secondo il piano in attesa di definizione, il ramo d’azienda dovrebbe essere trasferito da Cnh Industrial a Industria Italiana Autobus, una nuova società costituita nelle scorse settimane dalla King Long Italia, un importatore di autobus cinesi i cui azionisti principali sono le famiglie Vinella e Del Rosso; King Long dovrebbe prendere l'80% di Italiana Autobus mentre il restante 20% andrebbe a Finmeccanica che apporterebbe la Bredamenarinibus (BmB), azienda bolognese da tempo in crisi. I due stabilimenti Irisbus e Bmb verrebbero girati a prezzo simbolico a Italiana Autobus; King Long - la quale a fine 2013 aveva un patrimonio netto di poco più di 3 milioni di euro - non apporterebbe mezzi freschi. Finmeccanica cederebbe Bmb, che non rientra nei piani strategici del nuovo a.d. Mauro Moretti, e disporrebbe anche di una clausola put, ovvero del diritto di vendere a termine il proprio 20% di Italiana Autobus alla società stessa, uscendo così completamente dal settore.

Entro metà dicembre (le date previste attualmente sono quelle del 16 e 17) dovrebbero svolgersi gli incontri decisivi; in questo caso il piano di riassetto del settore ha già ottenuto l’approvazione dei sindacati. Italiana Autobus partirebbe inizialmente con un'attività di revamping di autobus usati, puntando sui fondi stanziati dal Governo per il trasporto pubblico.

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