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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 17:28.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2014 alle ore 17:31.

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Trasversali, multiregionali, in grado di attivare sinergie tra le imprese e di aprire le porte ai mercati esteri. Sono 1.881 le reti d’impresa nate negli ultimi tre anni, con quasi 9.500 aziende coinvolte. «Arriveremo a quota 10mila – anticipa Aldo Bonomi, presidente di Retimpresa a Torino – in primavera, prima della scadenza che ci eravamo dati. Le aziende devono continuare a competere nonostante le dimensioni ridotte delle nostre imprese».

«Quello delle reti – aggiunge Bonomi – è uno degli strumenti di politica industriale più importanti degli ultimi anni, riconosciuto anche a livello europeo».

La Lombardia è la regione che ha registrato il numero più alto di contratti di rete, con oltre 1.800 imprese coinvolte, seguita da Emilia Romagna (1.048 aziende), Toscana e Veneto. Il Piemonte, che a Torino ha ospitato il terzo road show organizzato da Retimprese con Confindustria Piemonte, dedicato all’area del NordOvest, conta 119 reti costituite - oltre il 60% delle quali multiregionali - e 331 aziende coinvolte. Una cinquantina invece i contratti in Liguria.

Dal settore metalmeccanico al lusso e alle produzioni di eccellenza. I casi di reti d’impresa raccontano, in settori diversi, la spinta all’aggregazione da parte delle imprese che mantengono autonomia e identità ma che scommettono su percorsi comuni per presentarsi all’estero, per fare massa critica in fase di ricerca di investitori, per condividere know-how e allargare il mercato.

Five For Foundry è tra le prime reti nate in Italia. «Abbiamo cominciato con un accordo di aggregazione tra 5 aziende bresciane nel 2008 – racconta Vittorio Ori – in un periodo di crisi per il comparto fonderie. Oggi siamo in 17 e abbiamo aggregato anche 5 imprese estere, in Messico, per esempio, che rappresenta la fonderia degli Stati Uniti. Il fatturato è raddoppiato in questo lasso di tempo grazie alle commesse estere e la quota di export è passata dal 40 al 90%». Tutto merito delle reti? «La rete ci ha aiutati grazie all’integrazione tra imprese e alla capacità di acquisire nuove commesse». Essenziale è stata la rete, aggiunge, «per ottenere una linea di finanziamento dalla Regione Lombardia - aggiunge - e acquistare un macchinario che ci ha permesso di prendere una grossa commessa da un gruppo coreano».

Proprio il ruolo delle Regioni nel sostegno alle reti d’impresa è stato al centro dei lavori, con uno studio realizzato da GFinance su un centinaio di interventi realizzati dal 2010 al 2014. «Serve una semplificazione delle procedure e tra le criticità - spiega Bonomi - ci sono proprio i diversi interventi avviati dalle Regioni. Chiediamo un tavolo tecnico in sede di Conferenza delle Regioni per armonizzare le procedure». Accanto alla creazione di un Fondo nazionale, aggiunge Bonomi, per integrare le risorse regionali e la definizione di criteri per valutare l’efficacia delle reti e valorizzare le best practice.

Passa attraverso l’esperienza delle rete anche ExclusiveBrands Torino, nata nel settembre 2011. «Con questo marchio abbiamo fatto una decina di eventi all’estero - racconta Edoardo Cavagino, di Pepino - l’idea è quella che le nostre aziende facciano da “ambasciatrici” del meglio della produzione di Torino in tutti i settori, nuovi e tradizionali, dal design al tessile, al food».

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