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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 07:41.

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LA NUOvA PRODUZIONE

All’incontro tecnico di ieri

non si è saputo chi sosterrà

il gruppo interessato

all’acquisto del sito siciliano

dove realizzare citycar ibride

MILANO

Fumata nera al Mise per il passaggio della fabbrica Fiat Chrysler di Termini Imerese alla Grifa. L’incontro di ieri sera tra il ministero dello Sviluppo, Invitalia e le organizzazioni sindacali si è concluso con un nulla di fatto, ma una svolta potrebbe arrivare prima della prossima riunione, in programma per martedì: secondo fonti sindacali, infatti, i rappresentanti del ministero avrebbero parlato del possibile ingresso nella compagine azionaria di Grifa di un nuovo socio, che avrebbe una posizione di maggioranza. Tale socio, di cui non è trapelato il nome, sarebbe un produttore di componenti auto e scioglierebbe la riserva lunedì.

Il problema è che Grifa non ha ancora fornito le garanzie finanziarie necessarie all’operazione: Grifa dovrebbe dimostrare la disponibilità di fondi per 25 milioni di euro, mentre altri 75 dovrebbero in teoria arrivare da una banca brasiliana. I fondi sono il presupposto necessario per assicurare la validità del progetto, che prevede la produzione a Termini di piccole auto a propulsione ibrida. Ad essi si aggiungerebbero quasi 300 milioni da parte del Ministero e della Regione Sicilia. Quest’ultima porterebbe lunedì in Giunta la delibera per la sua parte di fondi. Il viceministro De Vincenti ha assicurato, per conto del Governo, sul tema dei finanziamenti brasiliani.

Sabato prossimo intanto, forse anche già venerdì, si terrà un incontro tra sindacati e Fca per quel che riguarda gli esodi incentivati dei lavoratori di Termini Imerese. La trattativa è sul filo di lana, considerato che la cassa integrazione è in scadenza al 31 dicembre prossimo e non potrà essere rinnovata senza il passggio a Grifa. «Siamo preoccupati e non sappiamo ancora chi sarebbe il nuovo socio» dice Michele De Palma, della Fiom, il quale aggiunge che «resta aperto il tema della mobilità incentivata da Fiat».

Restano ancora da definire vari punti. Per esempio quello del trasferimento di ramo d’azienda - la fabbrica di Termini è ancora di proprietà di Fiat - e il tema dei rapporti fra il nuovo socio (se arriverà) e Grifa. Di fatto quest'ultima, che non ha i fondi necessari, potrebbe restare come scatola in cui interverrebbe il nuovo cavaliere bianco.

Secondo Ferdinando Uliano, della Fim Cisl, il giudizio di Invitalia sul piano industriale elaborato e presentato da Grifa srebbe comunque positivo. Dopo oltre 3 anni dalla chiusura dello stabilimento, la vicenda andrà dunque ai tempi supplementari.

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