Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2014 alle ore 06:38.
L'ultima modifica è del 18 dicembre 2014 alle ore 06:49.

My24

LE REAZIONI

Dopo la sentenza per i fatti

accaduti a Chiomonte

manifestazioni e incidenti,

tra cui un attacco informatico

agli uffici della Procura

torino

Assolti per il reato di attentato con finalità terroristiche. Condannati a tre anni e sei mesi per fabbricazione e trasporto di armi, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza della Corte d’Assise di Torino a carico dei quattro militanti No Tav coinvolti nell’attacco al cantiere di Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio dell’anno scorso è arrivata in mattinata, ieri, nell’aula bunker del carcere Le Vallette di Torino, tra gli applausi e le urla - «Libertà, libertà» - delle decine di sostenitori del movimento presenti. Tra loro anche le famiglie dei quattro ragazzi, detenuti dal 9 dicembre scorso. «A questo punto - commenta Claudio Novaro, tra gli avvocati della difesa - valuteremo se e quando chiedere la misura di scarcerazione e presenteremo appello. La cosa fondamentale è che siano cadute le ipotesi di reato più gravi e che i giudici abbiano inflitto una pena adeguata ai reati realmente commessi». Sulla sentenza interviene il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: «Mi auguro - ha sottolineato Lupi - che i Pm facciano ricorso in secondo grado e li ringrazio perché hanno avuto coraggio», esprimendo poi solidarietà alle aziende come la Cmc minacciate.

La sentenza è stata poi seguita, nel pomeriggio, da una manifestazione dei No Tav a Bussoleno e da una serie di incidenti come ad esempio l’attacco informatico al sito internet della procura di Torino, rivendicato da Anonymous, l’occupazione dell’autostrada del Frejus e di un treno all’altezza di Novara.

Quella di ieri, comunque, era una sentenza attesa e in qualche modo anticipata dall’intervento, la scorsa primavera, della Cassazione che aveva annullato il provvedimento di carcerazione preventiva a carico dei quattro imputati emesso dal Tribunale della libertà.

I fatti per i quali sono stati giudicati Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi e Claudio Alberto risalgono alla primavera del 2013, un attacco al cantiere dell’Alta velocità in cui non ci furono feriti né tra gli operai né tra le forze dell’ordine, ma durante il quale venne danneggiato un compressore. Per quei fatti la procura di Torino, con i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo , per la prima volta, aveva formulato un’ipotesi di reato di matrice terroristica, ipotesi caduta in fase di giudizio. Un reato contestato anche ad altri tre militanti No Tav, in carcere da luglio scorso, che andranno incontro, con ogni probabilità, ad un nuovo processo.

Il Tribunale ha riconosciuto a Ltf un diritto di indennizzo, rimandando però ad un altro procedimento, in sede civile, la definizione dei danni mentre nulla è stato riconosciuto all’Avvocatura dello Stato e al sindacato di polizia che si erano costituiti parte civile per danno d’immagine collegato al reato di terrorismo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi