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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2014 alle ore 06:39.
L'ultima modifica è del 19 dicembre 2014 alle ore 06:55.

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COMPETITIVITÀ

Soffientini (Ceced): il Governo

deve darci risposte più precise sul nostro programma di costruire delle piattaforme tecnologiche territoriali

MILANO

Incentivi per le ristrutturazioni edilizie in Italia e tecnologia degli apparecchi per la cottura (forni e piani) spingono la ripresina dell’industria degli elettrodomestici. Nei primi dieci mesi dell’anno le vendite nel nostro Paese sono cresciute dell’1,6% a volume e dell’1,5% a valore. Con un’accelerazione nel bimestre settembre-ottobre di un confortante +4% a valore. Sul fronte estero invece l’anno dovrebbe chiudersi sugli stessi livelli del 2013, ma con significativi progressi dei piani cottura (sviluppo a due cifre) e dei forni (+5,6% nei primi 11 mesi). I dati sono stati presentati ieri a Milano da Confindustria Ceced, l’associazione che riunisce i produttori di elettrodomestici,
«Il 2014 è stato un altro anno difficile - ha detto Manuela Soffientini, vice-presidente di Ceced Italia - anche se abbiamo notato alcuni importanti segnali di ripresa. Le imprese operanti in Italia hanno continuato nel processo di riposizionamento verso l’alto di gamma delle produzioni, tuttavia rimangono aperte alcune questioni strategiche per poter mantenere in Italia una manifattura competitiva, profittevole e che tuteli l’occupazione».
Negli ultimi anni i provvedimenti governativi a favore dell’elettrodomestico hanno spaziato dagli incentivi per il risparmio energetico a quelli per le ristrutturazioni edilizie, dalla decontribuzione dei contratti di solidarietà agli sgravi per la R&S. Alcuni di questi provvedimenti erano stati indicati da Ceced circa un anno fa nel Progetto Orizzonte, un piano che ha l’obiettivo di valorizzare le filiere territoriali nella difesa, nel rilancio e nell’innovazione del settore degli apparecchi domestici e professionali.

Quante delle richieste avanzate sono state recepite dal Governo? «Diverse in vari provvedimenti - ammette Soffientini (che ricopre la carica di dg appliances per Electrolux) - tuttavia non abbiamo ancora ottenuto risposte sul Progetto Orizzonte che prevede la costruzione di piattaforme tecnologiche territoriali: qui serve anche il consenso delle Regioni».

«Il Progetto Orizzonte - aggiunge Antonio Guerrini, dg di Ceced Italia - è il punto di partenza per una politica industriale del settore. Il documento lo abbiamo presentato al tavolo istituzionale del ministero dello Sviluppo economico, ma, dopo i due incontri del primo semestre, siamo in attesa di una nuova convocazione che non arriva. Continua a pesare la lentezza della burocrazia ministeriale».

Tornando ai dati di mercato del 2014, è confortante che la forza dell’elettrodomestico italiano si ritrovi nella crescita, in Italia e all’estero, della cottura: principalmente guidata da prodotti innovativi e alto di gamma come piani cottura a induzione e forni autopulenti (siano essi pirolitici, catalitici o a vapore). Secondo i dati di Gfk, nei primi dieci mesi dell’anno tirano le vendite nel lavaggio, dove a fronte di un leggero rallentamento delle lavabiancheria (-0,1% a unità e -0,3% a valore), si riscontra un deciso progresso di quei prodotti che hanno un alto potenziale di penetrazione, come le lavastoviglie (+6,7% a unità nell’ultimo bimestre) e le asciugatrici (+38,6% a volume). Quest’ultime registrano un vero e proprio anno record, grazie alla diffusione di modelli ad alta efficienza energetica, dotati di tecnologia a pompa di calore.

Sul fronte della produzione i dati sono contraddittori: l’Italia ospita player europei come Electrolux, Whirlpool-Indesit e Candy che presentano ancora dati di bilancio in chiaroscuro. Nei primi nove mesi del 2014 Ceced segnala dati positivi per l’area della cottura e per le lavastoviglie, negativi per gli altri. Per l’intero 2014 si stima una produzione di 11,650 milioni di pezzi, in regresso del 2-3% sull’anno prima.

Sul fronte dell’export, nei primi 11 mesi dati positivi per piani cottura (+10,9%), forni (+5,6%), frigoriferi (+1,3%) e lavastoviglie (+1,6%). Il primo mercato per il made in Italy rimane la Germania (759 milioni in 10 mesi) e la Francia. A distanza, Gran Bretagna (428) e Russia (343).

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