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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2014 alle ore 16:33.
L'ultima modifica è del 23 dicembre 2014 alle ore 12:52.

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«Una persona che desidera informarsi, -prosegue Nucara- quando consulta un sito che afferma di pubblicare le opinioni di altre persone, abbia il diritto di conoscere le vere opinioni di vere persone che raccontano una vera esperienza. Allo stesso modo -secondo Nucara- il soggetto al quale si riferisce un determinato commento pubblicato in rete ha diritto ad essere tutelato contro ogni forma di diffamazione, di concorrenza sleale e di pressione indebita».

«Non è la prima volta che Tripadvisor viene richiamato all'ordine dalle autorità che sorvegliano il funzionamento del mercato. -evidenzia Nucara- Nel febbraio 2012, l'Autorità britannica per la pubblicità (Advertising Standards Authority) ha imposto a TA di eliminare dalla descrizione del proprio servizio le espressioni volte a far ritenere che tutte le recensioni pubblicate sul sito sono rilasciate da veri viaggiatori, sono oneste, reali ed attendibili. A ottobre 2011, il Tribunale di Parigi aveva condannato Expedia, TripAdvisor ed Hotels.com a pagare una multa da 430mila Euro per aver messo in atto pratiche sleali e ingannevoli».

«L'azione di Federalberghi -conclude Nucara - proseguirà, in Italia ed a Bruxelles, con l'obiettivo di porre ulteriori argini alle recensioni fasulle e di modificare la normativa che consente ai furbetti dell'anonimato di ledere i diritti altrui godendo di una sostanziale impunità». «Crediamo fermamente che il nostro sito rappresenti una forza positiva, sia per i consumatori sia per l'industria dell'ospitalità» fa sapere TripAdvisor in una nota.
«Combattiamo le frodi con forza – si legge - e abbiamo molta fiducia nei nostri sistemi e processi. Da un primo esame riteniamo che le conclusioni dell'Antitrust siano ingiustificate e non in linea con la realtà commerciale e non solo quella di società che si occupano di “contenuti generati dagli utenti” ma di qualunque società in qualunque settore».

«La politica di tolleranza zero dell'Antitrust - continua la nota - significa che ci avrebbero condannato anche se solo una recensione su un milione fosse stata considerata non accurata. È stato adottato uno standard che non è realistico per nessuno modello di business. Si dovrebbe giungere alle stesse conclusioni contro una banca che utilizza la parola “sicuro” o “protetto” perché 1 cliente su 200 milioni ha subito un tentativo di frode sulla sua carta di credito. O contro una società di sicurezza di internet che utilizza termini simili perché lo 0.0000005% dei suoi clienti ha preso un virus sul suo computer».

«Nessuna organizzazione, business o persona al mondo - aggiunge la nota - è più incentivato di TripAdvisor ad assicurarsi che i contenuti sul sito siano accurati. Fondamentalmente, se le persone non trovassero utili le recensioni non continuerebbero a tornare sul nostro sito. Il nostro interesse principale è mantenere il sito privo di frodi: infatti, sono più di 300 milioni le persone che ogni mese vengono su TripAdvisor perché
lo considerano un sito di viaggi valido e utile. Ed è il 98% degli utenti italiani ad aver dichiarato che le recensioni di TripAdvisor sono precise rispetto all'esperienza che ha poi avuto (sondaggio del 2014 su 5.616 utenti italiani)».

«La missione dell'Antitrust - conclude la nota - è di proteggere i consumatori quindi i principi alla base delle nostre due organizzazioni dovrebbero essere allineati. Tuttavia non possiamo non notare che in questo caso l'Antitrust ha portato avanti il procedimento sotto l'impulso di un'associazione di imprenditori e non di consumatori, che invece l'Antitrust ha il potere di tutelare, e che non è presente nella documentazione in atti quasi nessun reclamo da parte di consumatori».

“Siamo pienamente soddisfatti dell'attività dell'Autorità Antitrust che ha applicato una sanzione esemplare” commenta Massimiliano Dona, segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori. “Da tempo -spiega Dona - riceviamo ai nostri sportelli segnalazioni da parte di consumatori che lamentano la non veridicità di alcune recensioni: c'è chi racconta di ristoranti spacciati per templi dell'alta cucina che si sono rivelati autentiche bettole, alberghi raccomandati per le famiglie che si trovano in realtà nelle zone rumorose della movida, bed and breakfast consigliati per la vicinanza ma che si scoprono lontani chilometri dal centro. Di per sé -prosegue TripAdvisor rappresenta un'idea meravigliosa e sarebbe uno strumento utile nell'orientare le scelte dei consumatori, ma è evidente che, se ne viene fatto un uso distorto, se ne pregiudica la validità. La sanzione -conclude Dona- rappresenta dunque un risultato storico anche perché la veridicità delle recensioni è fondamentale sia per tutelare i consumatori, sia per la credibilità degli stessi albergatori”.

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