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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2014 alle ore 06:38.

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Venti milioni. Tanto è già costato, fino ad oggi, mantenere la sicurezza intorno al cantiere di Chiomonte, dove è in corso lo scavo del tunnel della Torino-Lione e dove prosegue, pur con minor vigore, la protesta degli attivisti no tav.

A comunicare la cifra è stato, ieri mattina, il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che ha visitato il sito in Valsusa ed è entrato, a bordo di un treno speciale, nel cunicolo pilota, profondo ormai quasi due chilometri nel ventre del massiccio d'Ambin. «Si tratta di soldi - ha proseguito Lupi - che si aggiungono al costo dell'opera e che, in condizioni normali, avrebbero potuto essere spesi in altro modo». Anche perché, ha aggiunto il ministro, «la Torino-Lione ormai è una realtà esistente e credo debbano prenderne atto quei pochi che, ancora, si oppongono. Un concetto che ribadirò ai sindaci della Valle, a cui ho dato la disponibilità per un incontro il 29 o il 30 dicembre prossimo a Roma».

La visita a Chiomonte, programmata alla vigilia di Natale «per ringraziare le maestranze e le forze dell'ordine», è arrivata in realtà il giorno dopo il ritrovamento, domenica, di una molotov inesplosa vicino ai binari della linea ad alta velocità Roma-Firenze. Un fatto che viene connesso alla protesta contro la Torino-Lione ed è stato condannato senza mezzi termini dal ministro. «La strategia dell'ala violenta dei no Tav sta cambiando - ha detto Lupi -. Non potendo più fare opposizione contro l'infrastruttura, ci si sposta sull'alta velocità in generale, che diventa un simbolo per attaccare lo Stato. Mettere una bomba su un binario è un atto di terrorismo e non deve essere in alcun modo giustificato. Se non siamo determinati, si rischia l'innalzamento della soglia di violenza».

Ad accompagnare il ministro a Chiomonte, che ha pranzato e brindato con le maestranze, erano presenti ieri anche l'amministratore delegato delle Ferrovie, Michele Mario Elia, il commissario di Governo, Mario Virano, il senatore del Pd, Stefano Esposito e il direttore di Ltf, Maurizio Bufalini. «I lavori di scavo stanno procedendo nei tempi - ha confermato Bufalini, che ha ringraziato Lupi per la vicinanza -. In media avanziamo fra i 16 e i 18 metri al giorno». La lunghezza da raggiungere è di 7,5 chilometri: tuttavia, il contratto sottoscritto con le aziende appaltatrici prevede al momento di arrivare fino a 5.765 metri. Raggiunto questo traguardo si deciderà se procedere. A questa quota, passa nel cuore della montagna il confine fra Italia e Francia: da qui potrebbe partire eventualmente una futura escavatrice, nel caso in cui si dovesse decidere per ragioni di sicurezza di annullare il cantiere del tunnel di base a Susa, per far entrare la talpa della galleria principale (ovviamente smontata, per via del diametro non sufficiente) da Chiomonte.

«Al momento non esistono ipotesi sul tavolo di questo tipo», precisano però Bufalini e Virano. Eventuali indicazioni in merito potrebbero emergere da una prossima riunione del Cipe, quando sarà vagliato il progetto definitivo della tratta transfrontaliera della Tav. «Un passaggio - ha concluso Lupi - che avverrà non nell'ultima riunione dell'anno, ma presumibilmente verso metà gennaio, tempo una ventina di giorni di ultimare la consegna di tutti i documenti dopo la fine della procedura di Via. Per metà febbraio s'insedierà inoltre il nuovo promotore, che prenderà il posto di Ltf nella fase di realizzazione dei lavori. Mentre a fine febbraio presenteremo con la Francia la domanda per ottenere il cofinanziamento dall'Unione europea».

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