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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2014 alle ore 19:35.
L'ultima modifica è del 30 dicembre 2014 alle ore 19:36.

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A Salerno il 2014 si chiude con la cessione della Centrale del Latte a Newlat Spa, gruppo dell'industria alimentare con base a Reggio Emilia già proprietario dei marchi Polenghi Lombardo, Giglio, Matese e licenziatario del brand Barilla per la pasta.

Domani mattina, mercoledì 31 dicembre, il patron della società Angelo Mastrolia dovrebbe siglare con il Comune campano amministrato da Vincenzo De Luca che detiene il 100% delle azioni della storica municipalizzata l'atto che formalizza il passaggio di quest'ultima nel portafoglio di Newlat per una cifra pari a 12,7 milioni. A giugno scorso Mastrolia fu l'unico a presentare un'offerta per la società in via di privatizzazione che fattura 19,5 milioni e occupa 58 addetti. L'operazione non ha mancato di suscitare qualche malumore sul territorio: si considerino i ricorsi alla giustizia amministrativa effettuati dai dipendenti e dai gruppi consiliari di opposizione, nei giorni scorsi respinti dal Tar della Campania. Ora pare che l'orizzonte giurisprudenziale sia quello di un'impugnativa al Consiglio di Stato, ma intanto si procede a perfezionare la compravendita. Sulla sorte dei lavoratori timorosi di eventuali tagli, a pronunciarsi è lo stesso Mastrolia: «Al momento non esistono ragioni per ipotizzare un ridimensionamento del personale.

Non c'è motivo per credere in un ridimensionamento dei consumi su un territorio che ha sempre risposto molto bene ai prodotti della Centrale. Il nostro gruppo ha poi tutta l'intenzione di puntare sullo sviluppo delle aree di business dell'azienda che rileviamo». Nel medio termine, sul rilancio dello stabilimento campano si stimano per esempio investimenti per 5 milioni. Il piano industriale presentato a giugno da Newlat prevede da un lato un processo di innovazione tecnologica, con investimenti per 1,5 milioni, dall'altro un progetto di valorizzazione della filiera a chilometro zero che fa leva sul concetto di web farm (le buste di latte della Centrale, tramite un codice, saranno riconducibili all'azienda agricola fornitrice, “visitabile” online grazie a una webcam). Su quest'ultima iniziativa si stimano investimenti per 3 milioni in cinque anni. Newlat - gruppo che chiuderà il 2014 con un fatturato di 320 milioni, in crescita del 18% rispetto all'anno scorso, e dopo gli ultimi piani di riorganizzazione conta oltre 800 dipendenti in tutta Europa – prosegue insomma con lo shopping dopo la ben più ambiziosa operazione conclusa un anno fa, quando dal gigante spagnolo Ebro Foods con un blitz da 20 milioni acquistò i marchi tedeschi della pasta Birkel e 3 Glocken, diventando di fatto il primo player di settore in Germania, con una quota di mercato di circa il 20 per cento. Ma un occhio sempre ben puntato sull'Italia.

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