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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2015 alle ore 12:56.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2015 alle ore 13:07.

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Un migliaio di euro da investire per risparmiare qualcosa come il 20% delle spese del riscaldamento, e ancor di più se l'impianto è condominiale con tutti i suoi inevitabili (finora) sprechi, determinati dalla poco razionale distribuzione del calore tra i diversi vani del palazzo. L'obbligo di installare le termovalvole con contabilizzatore del calore dei singoli radiatori degli impianti condominiali si sta rivelando, a conti fatti, un buon affare per tutti. La spesa non è lieve, circa 200 euro a radiatore, ma l'investimento si ripaga in un paio di anni, producendo da quel momento in poi un vantaggio netto considerevole in termini di risparmio per il singolo e di benefici per l'ambiente e per la comunità. La valutazione viene da Luca Magni, direttore commerciale di “Ista”, leader europeo dei sistemi di contabilizzazione.

Scadenze e sanzioni
Non si tratta dunque di rassegnarsi a un ineludibile obbligo normativo. Tutti i palazzi di nuova costruzione sono già obbligati dalla legge 10/91 a installare i contabilizzatori degli impianti condominiali sin dalla costruzione a partire dal 2000. Ed ecco il nuovo e più stringente obbligo. Sull'onda del decreto legislativo 102/2014 che ha recepito la direttiva europea n. 27 del 2012 entro la fine del prossimo anno scadrà il termine per installare gli apparati anche dei vecchi impianti in tutta Italia. Ma molte regioni hanno nel frattempo varato normative più restrittive rendendo già operativa la scadenza (in Lombardia ad esempio) o anticipandola alla fine di quest'anno, come nel caso di Roma. Pena consistenti sanzioni: da 500 a 2500 euro per singolo appartamento, con contemporanea prescrizione a provvedere entro un tempo prefissato.
Adeguarsi alla normativa è comunque un affare per il singolo cittadino. In ogni caso. Non solo per i circa 3 milioni di uffici e di impianti condominiali che possono così distribuire il calore in maniera più personalizzata e soprattutto personalizzabile, ma anche nel caso degli impianti individuali di riscaldamento che non sono soggetti ad obblighi così stringenti sull'istallazione delle valvole termostatiche (in pratica sono obbligatorie, per gli impianti autonomi, solo nel caso si voglia usufruire delle detrazioni fiscali per i nuovi impianti ad alta efficienza certificati dall'Enea).

Così il risparmio
«Il consumo medio per riscaldare un appartamento di circa 100 metri quadri si aggira - spiega Magni - intorno ai 1.200 euro l'anno. L'investimento medio per dotare un appartamento di valvole termostatiche e sistema di contabilizzazione è di circa 700 euro. Installando le valvole si risparmiano circa 240 euro l'anno, a questo bisogna aggiungere i benefici fiscali che vanno dal 50 al 60 per cento. In pratica nel giro di due anni l'intera spesa per installare valvole termostatiche e ripartitori di consumo e per ottenere un servizio di contabilizzazione viene azzerata dai risparmi». Evidente, dunque, il beneficio per il singolo. Ma chi volesse guardare un po' più in là, all'interesse generale e all'ambiente, ha un consistente incitamento supplementare. «Il riscaldamento di un appartamento tipo produce - rimarca Magni - circa 3 tonnellate di anidride carbonica l'anno. Risparmiando il 20%, si riducono queste emissioni di 0,6 tonnellate l'anidride carbonica, l'equivalente della CO2 immessa in un anno da un'automobile di media cilindrata che percorra 20 chilometri al giorno per 300 giorni l'anno».

La bontà e la razionalità della nuova disciplina sulle termovalvole è dimostrata, del resto, da quel che accade all'estero. In Germania sono contabilizzati con ripartitori 12 milioni di appartamenti, quasi tutti. Così in Austria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria. In Olanda tutti i 650mila appartamenti hanno completato le installazioni.

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