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Questo articolo è stato pubblicato il 26 febbraio 2015 alle ore 15:50.
L'ultima modifica è del 26 febbraio 2015 alle ore 16:15.

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Negli ultimi 4-5 anni le pratiche per ottenere finanziamenti agevolati per investimenti nel settore del piccolo artigianato e nel commercio tradizionale sono crollate. «Una flessione nell’ordine del 90%», spiega Fabrizio Gatti, presidente di Finpiemonte, la finanziaria regionale subalpina.

Per questo, e per evitare che si proceda verso la desertificazione delle piccole attività commerciale, Finpiemonte e Comune di Collegno, alle porte di Torino, hanno deciso di collaborare in un’iniziativa pilota per la concessione di ulteriori finanziamenti a start up e piccole imprese del terziario commerciale che già beneficiano di agevolazioni regionali.

In questo modo si vuole provare a massimizzare l’effetto dell’intervento pubblico complessivo attraverso sinergie economiche ed operative. In pratica ci sarà un’istruttoria unica che consentirà a chi beneficia di finanziamenti a tasso ultra agevolato da Finpiemonte di ottenere un contributo a fondo perduto dal Comune di Collegno pari al 10% che sale al 15 ed al 25% se l’investimento è accompagnato da assunzioni a tempo determinato o indeterminato.

Un tentativo, prosegue Gatti, di arginare la crisi dei consumi attraverso la collaborazione tra istituzioni. «Ma serve anche innovazione nel commercio di vicinato e nell’artigianato», aggiunge Antonio Garruto, vicesindaco di Collegno. E precisa che parte dei fondi per questa iniziativa arrivano da quelli che derivano dalla presenza, nella città, di aziende della grande distribuzione. Anche in questo senso si tratta di una sperimentazione di nuove forme di collaborazione che coinvolgeranno pure le Associazioni di via per iniziative in grado di rivitalizzare l’economia della zona.

«Se l’esperimento funzionerà - conclude Giuseppina De Santis, assessore regionale alle Attività produttive - cercheremo di estenderlo ad altri Comuni. Ma sarà anche l’occasione per valutare le misure regionali di sostegno che, forse, non funzionano più e vanno ripensate». L’importante, a suo avviso, è rivitalizzare il settore, non soltanto per gli effetti positivi sull’occupazione, ma anche perché il commercio e l’artigianato sono elementi fondamentali per un’offerta turistica che non può basarsi solo sulla presenza, nel centro di Torino, di alcuni grandi marchi della moda.

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