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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2015 alle ore 06:37.
ROMA
Sul dossier Xylella, il batterio che sta flagellando gli ulivi del Salento creando grandi preoccupazioni tra gli agricoltori europei, si rischia il cortocircuito. Ieri il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da 26 vivaisti salentini e ha deciso per la sospensione sia del piano messo a punto dal Commissario straordinario alla Xylella, Giuseppe Silletti, sia della dichiarazione dello stato di calamità adottata nelle scorse settimane dal Consiglio dei ministri.
L’impugnativa dei vivaisti pugliesi era dettata dai radicali interventi di lotta fitosanitaria previsti dal piano e ritenuti incompatibili con l’attività di vivaismo biologico realizzata dai ricorrenti.
Di fatto, la decisione del Tribunale amministrativo blocca tutti gli interventi previsti dal Commissario straordinario (abbattimenti degli ulivi malati e misure per contenere la diffusione del batterio) in attesa che diventino operative le azioni adottate dal Comitato fitosanitario Ue gli scorsi 27 e 28 aprile. Misure – lo ricordiamo – ancora più drastiche visto che prevedono espianti diffusi sia degli alberi malati sia delle piante che si trovano in un raggio di 100 metri dagli ulivi infetti «indipendentemente dal loro stato di salute».
Insieme agli interventi del piano il Tar ha anche sospeso la dichiarazione dello stato di calamità disposta dal Governo e che rappresenta il presupposto per l’accesso alle risorse stanziate dal Fondo di solidarietà nazionale per predisporre sostegni ad agricoltori e vivaisti danneggiati dalla fitopatia.
«Esprimo grande preoccupazione per lo scenario che si apre dopo la decisione del Tar del Lazio – ha detto ieri il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina –. Rischiano di essere vanificati gli sforzi fatti fin qui dagli agricoltori pugliesi e dalle varie istituzioni, mettendo in pericolo anche i territori non colpiti dalla diffusione del batterio. Nelle prossime ore – ha aggiunto il ministro – presenteremo un appello al Consiglio di Stato. Intanto chiedo ai proprietari dei terreni di continuare nella lotta all’insetto vettore. Proprio i risultati ottenuti in queste settimane, con una imponente mobilitazione, ci hanno consentito di arrivare a Bruxelles e fare in modo che la decisione di abbattere piante sane per 100 metri di raggio attorno a quelle infette fosse limitata alla sola zona cuscinetto».
Il ministro quindi promette di appellarsi al Consiglio di Stato la cui decisione nel merito è già stata però calendarizzata per il prossimo 16 dicembre.
«La sentenza del Tar – aggiunge il direttore dell’Unaprol (la principale organizzazione di produttori olivicoli), Pietro Sandali – pone seri dubbi riguardo alla reale portata dei poteri del Commissario Silletti. Non è possibile istituire un Commissario straordinario per un'emergenza e poi dotare questa figura di poteri che possono essere messi in discussione da un ordinario ricorso al Tar. Inoltre ci auguriamo che ci siano margini per accelerare il giudizio di merito perché prevedere per il prossimo 16 dicembre l’esame del Consiglio di Stato su un'emergenza definita – lo ripeto – straordinaria, è semplicemente ridicolo».
«La sospensiva del Tar Lazio – ha aggiunto ieri la Coldiretti – consentirà al Commissario Silletti di adeguare il Piano per l’emergenza Xylella Fastidiosa alle nuove indicazioni comunitarie del 28 aprile scorso rendendolo maggiormente rispondente a novità, istanze e legittime problematiche del tessuto produttivo e dell’ambiente della Puglia».
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