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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2015 alle ore 06:37.

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CARINARO (Caserta)

È rimasto incatenato sin dal mattino ai cancelli dello stabilimento uno dei lavoratori Whirlpool di Carinaro. Gli altri operai, dopo aver bloccato l’accesso all’area industriale di Aversa Nord, hanno liberato i varchi intorno a mezzogiorno e hanno continuato il presidio al di fuori del sito produttivo. Crescono rabbia e tensione nel polo casertano dell’elettrodomestico, un tempo modello di un’ azienda fortemente integrata con il suo indotto, e oggi teatro di lotte per il lavoro.

Ieri si è tenuta anche un’assemblea dei lavoratori con i rappresentanti dei sindacati locali durante la quale è stato indetto dalle segreterie di Cgil-Cisl-Uil per il 22 maggio lo sciopero generale dell’industria in tutta la provincia.

Cresce la mobilitazione in Campania in vista dell’incontro che si tiene oggi a Roma a metà giornata tra i vertici aziendali tra cui l’ad di Whirlpool Italia, Davide Castiglioni, e i rappresentanti nazionali dei sindacati dei metalmeccanici, per la prima volta in assenza di esponenti del governo. Una riunione in forma ristretta, la quinta dall’inizio della vertenza, in cui si spera che l’azienda voglia chiarire quali piani attuare in Campania per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Carinaro in cui lavorano 815 persone. E cosa intende fare per salvare il sito di None (Torino) con 100 dipendenti.

«Potrebbero esserci novità nell’incontro in programma – avvertono in casa Whirlpool Italia – ci stiamo lavorando. Come stiamo individuando nuove missioni produttive da trasferire dall’estero in Campania e in Piemonte». Fin qui gli impegni assunti dalla multinazionale americana nelle due ultime riunioni del tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo. Ora si attendono e si preparano passi in avanti. Ma alla domanda se si stia pensando di accorpare gli stabilimenti campani di Napoli e di Carinaro, voce che comincia a farsi sempre più insistente, il portavoce dell’azienda laconico risponde: «Escluso».

«Ci aspettiamo chiarimenti su quali produzioni Whirlpool intende portare a Carinaro – precisa il segretario regionale della Cisl, Giuseppe Terracciano – che volumi e in che tempi. Sulla base di un piano di questo tipo potremo poi aprire ed entrare nel vivo della discussione, anche con il governo, il 20 maggio, data già fissata per il successivo vertice». Mentre la Uilm mantiene una posizione più dura e intransigente: «Cosa attendersi? Finora l’azienda non ha mai parlato di Carinaro – precisa Giovanni Sgambati – È su questo punto che vorremmo chiarezza. Parliamo di 815 lavoratori che non si trattano facilmente nè con incentivi all’esodo nè in altri stabilimenti».

Alla voce dei sindacati si aggiunge l’appello del presidente della Confindustria locale, Luciano Morelli: «Vorrei che Whirlpool non abbandonasse Caserta – dice l’ad di Ecobat – Credo che le strategie spettino alle aziende. Ma non posso non sperare che i sacrifici, se dovranno esserci, vengano ripartiti e non ricadano solo sul Sud».

La vertenza Whirlpool si aggiunge a numerose altre aperte sui tavoli del governo. Si parla di un avanzato processo di desertificazione industriale che riguarda sopratutto imprese non originarie del territorio, poco propense a investire.

Una svolta nella trattativa è ciò che si attende anche il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova che nei giorni scorsi è stata a Caserta e a Carinaro in visita alle istituzioni locali. «Immagino che oggi ci sia un affondo sul piano – dice – La condizione posta dal governo è che non ci saranno licenziamenti unilaterali fino al 2018».

Whirlpool infatti il 16 aprile scorso ha presentato a governo e sindacati un piano di riorganizzazione della propria presenza in Italia, dove nel 2014 aveva acquisito la Indesit. Il piano prevede investimenti per 500 milioni e il potenziamento dello stabilimento di Varese, ma prevede anche la chiusura di Carinaro, di None e l’accorpamento di due impianti nelle Marche. In totale si parla di 1.350 esuberi di cui 400 nuovi che si aggiungono ai 900 di un precedente accordo firmato da Indesit a fine 2013.

Intanto, le proteste a Carinaro rischiano di creare disagi anche alle imprese della stesso agglomerato industriale. Conad, Sisa, MdDiscount, Facility Cooper, hanno firmato una diffida ai lavoratori di Carinaro . «Il frequente blocco dei varchi di accesso all’area industriale causa gravi danni alle nostre aziende _ dice Alessandro Acconcia di Facility Logistica – finora abbiamo perso almeno una settimana di lavoro». E Mario Tiziani, dg di Conad: «Subiamo danni enormi . Ieri sono rimasti fermi 80 camion frigorifero. Dalle 10 in poi non ci è stato possibile distribuire prodotti alimentari in tutta la Campania».

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