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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2015 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 28 maggio 2015 alle ore 06:38.

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Solidarietà al posto dei licenziamenti. Si è conclusa così l’altra notte la trattativa tra il gruppo Mediamarket - - che opera in tutta Italia con le insegne MediaWorld, Saturn e MediaWorld Compra On Line - e i sindacati (Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs). La procedura di licenziamento collettivo - che riguardava 906 dipendenti della rete vendita e dei sette negozi di Roma, Milano, Genova, Settimo Milanese, Brescia, Nola, Napoli e Beinasco (Torino), che chiuderanno i battenti entro l’estate - ha trovato uno sbocco senza traumi sociali. «È un accordo che è motivo di grande soddisfazione - spiega il responsabile delle relazioni esterne del gruppo, Marco Orlandi -: ha consentito di preservare il lavoro sia da un punto di vista sociale perché non ci sarà nessun licenziamento, sia da un punto di vista aziendale perché abbiamo conservato tutte le professionalità, dopo gli investimenti di questi ultimi anni sulle competenze dei lavoratori. Ulteriore valutazione di carattere positivo è il fatto che l’azienda continua a investire in Italia nonostante la crisi di mercato e dei consumi che interessa anche il nostro settore». «Con il ricorso alla solidarietà abbiamo scongiurato i 906 licenziamenti salvaguardando per i prossimi 12 mesi i posti di lavoro in una azienda che ha pesantemente risentito della crisi delle vendite dell’elettronica di consumo», spiega Elena Maria Vanelli al tavolo negoziale per la Fisascat Cisl. «Il risultato della trattativa è un’importante conquista che abbiamo potuto ottenere grazie alla fiducia ricevuta dalle lavoratrici e dai lavoratori», aggiunge Alessio Di Labio della Filcams Cgil. Adesso però, come rileva Marianna Flauto della Uiltucs bisognerà «vigilare sulla corretta applicazione su base territoriale» dell’accordo.

I contratti di solidarietà, che dovranno essere ratificati in sede ministeriale, porteranno a una riduzione media nazionale dell’orario di lavoro del 18%. Ci saranno però punte del 40% in Campania e in Liguria. La procedura avrà una durata di 12 mesi e riguarderà 4.830 lavoratori. Indipendentemente dai contratti part time e full time, vi sarà una riduzione dell’orario secondo moduli orari standard di 4 ore. Nei momenti di picco verrà ridotta la percentuale di riduzione oraria di filiale. Se ci saranno lavoratori che si renderanno disponibili ad uscire dall’azienda le parti hanno anche previsto il ricorso alla mobilità volontaria con l’esclusivo criterio della non opposizione e con un incentivo economico all’esodo. Inoltre l’azienda riconoscerà un importo aggiuntivo a titolo di una tantum di mille euro per coloro che entro il 30 settembre 2015 chiederanno di trasferirsi nelle sedi dove c’è vacanza di posti.

Oltre agli accordi sull’occupazione le parti hanno siglato anche il protocollo sulle relazioni sindacali con l’obiettivo di definire «momenti di stabile interlocuzione» con l’obiettivo di costruire un «modello partecipativo» volto a «rafforzare la competitività dell’azienda tutelando allo stesso tempo gli interessi dei lavoratori e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

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