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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2015 alle ore 06:37.

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Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? I dati sulle vendite di auto a maggio, sia in Italia che in altri Paesi europei, lasciano spazio a più di un’interpretazione. Le immatricolazioni salgono ancora qui da noi, ma con un passo meno vivace dei mesi precedenti: +10,7% contro il +24% di aprile. La “colpa” del rallentamento delle vendite alle società di noleggio ma anche del giorno lavorativo in meno rispetto al maggio 2014; un fattore casuale e uno congiunturale. Le vendite a società nella prima parte dell’anno avevano trainato il mercato italiano, sopperendo alla prudenza delle famiglie; ma dopo aver “fatto il pieno” in vista di Expo e della stagione estiva, i noleggiatori tirano inevitabilmente il fiato. La domanda privata è cresciuta quindi a maggio più della media (+16%), anche per effetto delle campagne promozionali delle case automobilistiche; ma il calo della fiducia dei consumatori registrato dall’Istat lascia dubbi sulla solidità della ripresa.

Questi dubbi non sono solo italiani. In Francia le vendite sono scese a maggio del 4%, ma con ben due giorni lavorativi in meno (sarebbe stato un +7% a pari condizioni); l’impennata della disoccupazione resa nota oggi non lascia ben sperare per l’elversi della congiuntura d’Oltralpe. Migliore la situazione in Spagna, dove il piano Pive di incentivi alla rottamazione continua a sostenere la crescita (+14,6% ad aprile) e dove si punta a chiudere l’anno a 1,05 milioni di auto vendute, 200mila in più rispetto alle 857mila del 2014 (ma ancora nettamente al di sotto degli 1,6 milioni pre-crisi.

Il gruppo Fiat Chrysler conserva un’incollatura di vantaggio sul mercato italiano: cresce del 13,4% contro il +10,8% complessivo e sfrutta i debutti di Jeep Renegade e Fiat 500X, facendo meglio della concorrenza anche in Francia e Spagna. L’arrivo dei due modelli “made in Melfi” non aiuta solo Fca ma tutta la regione: il balzo della produzione ha per esempio triplicato quest’anno il traffico merci in Lucania, con 100 treni al mese che partono dall’area industriale di San Nicola di Melfi. Un effetto traino in cui sperava Matteo Renzi quando la settimana scorsa ha detto a Marchionne di aspettarsi in tempi brevi buone notizie anche sull’Alfa Romeo. Quanto agli obiettivi ambiziosi di Melfi per il 2015 (produrre 400mila vetture), sarà decisivo anche il successo delle due auto negli Stati Uniti; i dati di maggio, in arrivo questo pomeriggio, daranno una prima indicazione.

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