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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2015 alle ore 06:58.

Un investimento da 22,6 milioni di euro, finanziato con denaro pubblico, per quattro interventi destinati a migliorare, nei prossimi anni, l’accessibilità al porto di Ravenna via ferrovia e a connetterlo alle grandi reti infrastrutturali europee. È quanto prevede il protocollo d’intesa siglato ieri da Regione Emilia-Romagna (che lo ritiene cantieriabile in un paio d’anni), Rfi (Fs), Comune di Ravenna e Autorità portuale.

Si tratta di un piano che si collega, sotto il profilo logistico, al più grande Progetto hub del porto, che punta a creare, con un investimento complessivo di circa 225 milioni, una grande piattaforma logistica di servizio alle banchine. Un’infrastruttura che dovrebbe essere realizzata attraverso l’esproprio di alcuni terreni privati, da parte della port Authority, e la collocazione, in quelle aree dei materiali degli escavi per l’approfondimento dei fondali del porto canale di Ravenna. Il condizionale, però, è d’obbligo, perché il progetto è al momento frenato da un’inchiesta della procura di Ravenna. Inchiesta che ha portato a 10 avvisi di garanzia e al sequestro di alcune casse di colmata (quelle che avrebbero dovuto contenere i materiali dei futuri dragaggi), con l’ipotesi di gestione irregolare dello stoccaggio dei materiali di risulta di diverse operazioni di escavo. Un situazione riguardo alla quale si sono scontrati il presidente dell’Autorità portuale, Galliano Di Marco, e il leader degli industriali di Ravenna, Guido Ottolenghi.

L’accordo di ieri, però, resta fuori dalle polemiche. E impegna i sottoscrittori a prolungare la dorsale ferroviaria di collegamento tra la stazione fino al nuovo terminal container; a realizzare un sottopasso sostitutivo di un passaggio a livello ; a prolungare il sottopassaggio pedonale della stazione oltre i binari fino all’area della darsena; a ricostruire il cavalcavia “Teodorico”, con una nuova sagoma per il passaggio dei treni caricati con i container più alti e dei grandi Tir.

I 22,6 milioni destinati dai soggetti sottoscrittori degli interventi sono ripartiti fra Rfi (11,5 milioni), Comune di Ravenna (100mila euro) e Autorità portuale (6 milioni); all’Ue sarà richiesto un contributo del 30% su uno degli interventi (circa 5 milioni di euro). Nel dettaglio, per il primo intervento (dorsale ferroviaria nel nuovo terminal container) l’Autorità portuale stanzierà circa un milione, mentre Rfi fornirà binari e traverse. Per il secondo intervento (sottopasso carrabile della ferrovia ) è previsto un investimento complessivo di 15 milioni, 5 dei quali dell’Authority e altrettanti da Rfi e dall’Ue. Per il terzo intervento (prolungamento del sottopasso pedonale di stazione), verranno destinati 1,4 milioni da Rfi e circa 100mila euro dal Comune; infine, per l'ultimo intervento (cavalcavia “Teodorico”) Rfi stanzierà circa 5 milioni. Il coordinamento e la promozione per l'ottenimento delle risorse europee verrà svolto, per tutti gli interventi, dalla Regione Emilia-Romagna.

Intanto il governatore Stefano Bonaccini sottolinea: «Il porto di Ravenna è strategico, non mi interessa sapere quante Autorità portuali ci saranno dopo la riforma in fieri, ma non voglio neanche pensare che il Governo non ne confermi la strategicità», e annuncia, per la prossima settimana, un incontro con il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. Da parte sua, Di Marco, afferma di aver incontrato tutti gli enti interessati al Progetto hub e di star lavorando «al piano B, da realizzare in alternativa o a integrazione del progetto , che resta la soluzione migliore, al netto del problema delle casse di colmata».

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