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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2015 alle ore 06:58.
Domani potrebbe essere già troppo tardi. Quella di oggi è la giornata decisiva per il destino dei 522 lavoratori di Firema, azienda meccanico ferroviaria casertana con sedi a Spello, Potenza e Milano un tempo appartenuta alla famiglia Fiore e, da ormai cinque anni, in amministrazione controllata.
In mattinata si apriranno le buste contenenti le offerte dell'ultima procedura concorsuale per rilevarne le sorti, quella da cui si attendono risposte concrete e definitive. Nel pomeriggio, al ministero dello Sviluppo economico, lo staff del commissario straordinario Ernesto Stajano renderà noto alle delegazioni di Fim, Fiom e Uilm l’esito della gara. In caso di ennesima fumata nera, le prospettive che si aprirebbero non sarebbero certo le migliori: domani, 17 giugno, scadono infatti i termini di legge del commissariamento, non più prorogabili salvo interventi a sorpresa del governo con un decreto ad hoc. I lavoratori sono in agitazione ma non hanno perso tutte le speranze: negli ultimi giorni si sono infatti infittiti i rumors riguardanti due offerte alternative. La prima riconducibile a un noto gruppo napoletano del comparto automotive presente anche all'estero, la seconda riferita a una conglomerata indiana con interessi in molteplici settori, come gomma-plastica, ingegneria pesante e persino turismo e benessere. Sembra accantonata, almeno in questo momento, l’ipotesi della scorsa settimana sulla possibilità che un nuovo offerente potesse subentrare a Blutec nella newco costituita a marzo scorso. Chiunque la spunterà oggi, da quello che si apprende, partirà da zero. Circostanza che complica non poco la partita, alla luce dell’imminente scadenza dell’amministrazione straordinaria. Una cosa è certa: il fallimento rappresenterebbe una beffa per il lavoro compiuto negli ultimi cinque anni dai commissari e un colpo tremendo per i lavoratori. Oltre che l’ennesima sconfitta industriale per un territorio già in ginocchio.
.@MrPriscus
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