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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2015 alle ore 06:36.

Focalizzato sugli idrocarburi. Ma con un occhio attento alle tematiche energetiche legate ai sistemi di stoccaggio, allo sviluppo delle “fuel cell” e alla razionalizzazione dei consumi elettrici. Inaugurato alle porte di Torino il nuovo Centro di ricerca Edison, azienda italiana parte del Gruppo francese Edf. «Un impegno significativo – sintetizza il ceo Bruno Lescoeur – che porterà questo centro a lavorare a stretto contatto con la divisione Ricerca e sviluppo di Edf e che riconosce al polo torinese una sua specificità e competenza sulle tematiche legate agli idrocarburi, a servizio dell’intero Gruppo».

Sono una trentina i ricercatori impegnati, una quindicina direttamente a Torino, altri 15 a Milano. Una iniziativa, soprattutto per il filone di ricerca e sviluppo legato agli idrocarburi, portata avanti con il Politecnico di Torino e con l’Università Bicocca di Milano. «Con il laboratorio idrocarburi – spiega Claudio Serracane, direttore Research Development & Innovation di Edison – ampliamo lo spettro delle nostre attività di ricerca nei diversi settori dell’energia: dalla ricerca ed esplorazione di petrolio e gas all’autoproduzione di energia elettrica, dai sistemi di stoccaggio al monitoraggio dei consumi di gas ed elettricità».

I nuovi laboratori, con le tre sezioni di geochimica, geomeccanica e petrofisica, racconta Paolo Tosco, alla guida del Centro di Trofarello, «hanno cominciato a lavorare circa sei mesi fa, dopo una fase di rodaggio entriamo nel vivo delle attività di ricerca allargando il campo di attività». Qui, in particolare, si analizzano i campioni di rocce prelevati nei giacimenti di gas e olio. Tutto questo per sviluppare modelli numerici efficaci che possano prevedere il comportamento delle «rocce serbatorio». Tra i progetti più innovativi in fase di studio, poi, c’è quello – portato avanti con i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) – relativo allo sviluppo di spugne in grado di assorbire l’olio sversato in mare. Si tratta di spugne “intelligenti”, costituite da materiali nanostrutturati in grado di riconoscere l’agente inquinante, dunque l’olio, e assorbirlo, senza inzupparsi di acqua.

Sul fronte dell’energia elettrica, a Torino si studiano e si testano, in collaborazione con l’Istituto Eifer di Karlsruhe e il Dipartimento di Energia del Politecnico, i sistemi per garantire maggiore «durabilità» e resistenza alle fuel cell, le celle conbustibile, elementi alla base della tecnologia della cogenerazione – produzione di elettricità e calore da combustibile attraverso processo chimico e non per combustione. Infine, i sistemi di stoccaggio dell’energia, in particolare di quella solare, collegati a a vetrate ricoperte di film sottili per l’autonomia elettrica degli edifici.

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