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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2015 alle ore 06:37.

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«Ma perchè voi imprenditori, dopo 30-40 anni di attività, non sentite la necessità di diversificare il business?». Thomas Chua Kee Seng è il presidente della Singapore Chinese Chamber of Commerce (40mila aziende ) ma anche managing director di Teckwah, azienda del packaging nata a Singapore, negli anni’60, che oggi si occupa anche di business online e logistica. A Singapore è una Pmi, perchè fattura più di 100 milioni di dollari singaporiani, per l’esattezza 108 (80 milioni di euro) e ha più di 200 dipendenti. Se no, sarebbe micro.

Assieme a una decina di colleghi è in Italia sino a sabato, su iniziativa dell’Italian Chamber of Commerce di Singapore (Iccs). Obiettivo: creare “ponti” con aziende italiane (dal vino ai latticini, dagli alcolici alle carni), toccare con mano le realtà produttive e valutare sinergie.

Intanto l’Asean cresce del 6% l’anno. Entro il 2015 entrerà in vigore l’Asean Economic Community, un’area di libero scambio a dazio zero da 600 milioni di consumatori. «Possiamo essere – ha concluso Seng – una porta d’ingresso, un hub logistico essenziale per servire l’intera area». Lo conferma il presidente di Iccs, Federico Donato: «Vogliamo favorire gli investimenti in Italiae supportare Singapore come hub strategico per il sudest asiatico». Una città-Stato da 5 milioni di abitanti con il Pil pro-capite dei danesi, dove le nostre esportazioni sono aumentate, nel 2014, dell’11%, sfiorando i 2,1 miliardi di euro. Poco in valore assoluto, restiamo al 39° posto tra i fornitori. Ma gli italiani sembrano crederci. «Siamo in Giappone da anni e a Singapore – ha spiegato Paolo Ziliani, di Berlucchi (45 milioni di fatturato) –. In valore è ancora poco. Ma Singapore è strategico per conquistare una clientela raffinata e la top class cinese». «Esportiamo i nostri formaggi direttamente dalla Tailandia ad Hong Kong – ha spiegato Giuseppe Ambrosi, di Ambrosi Spa – ma Singapore potrebbe rappresentare una sede per l’Asean. Dei 320 milioni di euro di fatturato 2014, il 42% viene dall’export. Il 10% dall’Asean. E nei prossimi anni crescerà ancora». In più, dal 1° aprile, il ministero dell’Economia ha escluso Singapore dalla blacklist su indeducibilità dei costi e Cfc.

«Dovete essere più aggressivi nel marketing – suggerisce Wess Wong, director Finance &Business di Fna, che distribuisce oltre 70 marchi dolciari –. Esportare è promuovere, investire, con visione di lungo periodo. Questo un po’ vi manca». Conferma Ang Kiam Meng, Ceo della catena di ristoranti Jumbo Group: «Vogliamo migliorare l’offerta di vini. Di italiani ne arrivano pochi. Sono più cari e meno noti degli australiani».

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