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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2015 alle ore 08:14.

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Un accordo tra nord e sud per valorizzare il made in Italy. E un aumento produttivo di quasi il 6% che dopo anni di alti e bassi dovrebbe finalmente riequilibrare il mercato. Sono le due buone notizie per il pomodoro da industria uscite dalla Settimana mondiale «dedicata» al settore che si chiude domani all'Expo di Milano.

La prima riguarda un protocollo d'intesa firmato tra i due Organismi interprofessionali operativi in Italia: l'Oi del pomodoro da industria del nord e il Polo distrettuale del centro-sud. Un «patto» finalizzato a programmare lo scambio di dati e informazioni tra le rispettive filiere sul territorio per produrre polpe, passate e altri trasformati in funzione della domanda. Un obiettivo per nulla scontato, visti i delicati equilibri su cui si regge il settore, che vede l'Italia terzo produttore mondiale, dopo Stati Uniti e Cina, con un giro d'affari di oltre tre miliardi, di cui il 60% realizzato all'export.

«È un bel messaggio che va oltre gli addetti ai lavori», ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, intervenuto per l'occasione con il sottosegretario all'Economia, Paola De Micheli. Un lavoro che con la firma del protocollo, ha spiegato il presidente dell'Oi del nord, Pier Luigi Ferrari, consentirà di «fornire un dato unico nazionale sulle superfici seminate e sulle quantità di pomodoro trasformato».

Per il presidente del Polo distrettuale del sud, Annibale Pancrazio, ora bisognerà «promuovere il prodotto unificando l'immagine: il settore del pomodoro è il rosso del tricolore del made in Italy». L’accordo rappresenta una svolta per l'interprofessione e l'economia del settore. Un primo passo, osserva Antonio Ferraioli, presidente dell'Anicav (l'associazione delle imprese conserviere del centro-sud) e amministratore delegato del Gruppo La Doria, anche nella prospettiva di un'unica associazione delle aziende private di trasformazione.

«L'obiettivo per tutti deve essere trovare un equilibrio di mercato», aggiunge Francesco Mutti, presidente del Gruppo derivati del pomodoro dell'altra associazione (Aiipa) che rappresenta le aziende del nord.

Quest'anno, in base ai dati diffusi dal World processing tomato council, la produzione mondiale di pomodoro è attesa a 42,2 milioni di tonnellate, con un aumento del 5,8% sul 2014. In Italia (e questa è la seconda buona notizia) ne sono attese 5,2 milioni (+5,8%). Quanto basta per soddisfare la domanda senza produrre eccedenze, visto che le scorte sono praticamente finite.

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