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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2015 alle ore 06:38.

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Nel 2014 l’Italia delle crociere ha avuto una crescita talmente bassa da essere marginale, ben al di sotto dei competitor europei. È quanto emerge dall’Economic contribution report 2015 presentato ieri, a Roma, dalla Clia (Cruise lines international association), la compagine che raggruppa gli armatori crocieristici europei.

L’anno scorso, in effetti, l’impatto economico del settore in Italia è cresciuto solo dello 0,7%, contro il 2,5% del 2013 e contro il +6,3% della Germania e il +3,9% della Francia. Un rallentamento, quello italiano, che, Francesco Galietti, direttore nazionale di Clia Italia, giudica «allarmante», a fronte di concorrenti che «guadagnano terreno e crescono a ritmi molto più veloci».

A pesare sui risultati italiani è stato anche (e in forte misura) lo stallo che permane sulla situazione di Venezia: il governo sembra ancora lontano dal decidere un percorso alternativo al canale di San Niccolò per le grandi navi e le compagnie mantengono la decisione di far navigare in Giudecca solo le unità inferiori alle 96mila tonnellate.

I numeri di Clia mostrano che «il contributo economico del settore crocieristico in Europa ha registrato un record, raggiungendo 40,2 miliardi di euro nel 2014, +2,2% rispetto al 2013. Questa crescita ha permesso la creazione di quasi 10mila nuovi posti di lavoro in tutta Europa legati al settore, che salgono ora a quota 349mila».

L’Italia resta «una delle destinazioni più ambite, un mercato di provenienza dei crocieristi di grandi dimensioni e un Paese leader mondiale nella costruzione di navi». E «l’economia italiana è quella che, in Europa, più beneficia dalla crocieristica, con oltre 4,6 miliardi di euro di impatto economico diretto nel 2014 e oltre 102mila unità di lavoro a vario titolo coinvolte dal comparto (pari a quasi un terzo del totale europeo)».

Per quanto riguarda il 2015, spiega Leonardo Massa, country manager Italia di Msc Crociere, «abbiamo notato che, a differenza della scorsa estate e dell’autunno, periodo in cui abbiamo avuto un trend anticipato di prenotazioni, per giugno, luglio e agosto di quest’anno le famiglie italiane tendono a prenotare più vicino alle date di partenza. Un fattore dovuto a una minore capacità di spesa e probabilmente anche al fatto che la data per il pagamento dell’Imu era fissata al 16 giugno. Molte famiglie hanno aspettato quel versamento prima di decidere l’entità della spesa per le vacanze. In ogni caso, noi riteniamo di crescere nel 2015 sia quanto a volumi che per redditività».

Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere diceche l’azienda registra «andamenti positivi non solo in Italia ma anche in altri mercati europei come la Francia e la Spagna». Mentre Gianni Rotondo, direttore generale di Royal Caribbean Italia, afferma che il 2015 «sta andando molto bene anche per l’arrivo in Italia di Allure of the seas. Anche se devo dire che le nostre navi si giovano in larga misura di prenotazioni che vengono da fuori Italia. D’altra parte, quanto viene pagato da clienti italiani è in crescita da un triennio».

Tornando a Venezia, un studio di Risposte Turismo, commissionato da Clia, mostra che «la situazione di incertezza relativa alla possibilità per le navi di accedere a Venezia sta comprimendo i benefici economici in modo molto sostanziale: sono 40 i milioni di euro in meno in termini di spesa diretta totale per il biennio 2014-2015. Gli effetti negativi di questo stallo, inoltre, ricadono non solo sul territorio veneziano, ma sull’intera regione dell’Adriatico». Tutti i porti adriatici (da Bari ad Ancona e Ravenna, da Dubrovnik a Kotor), infatti, stanno risentendo dello stallo veneziano: l’Adriatico ha registrato meno 113,5 milioni di euro di spesa diretta totale nel 2014. «È necessario – conclude Galietti - trovare urgentemente una soluzione per le navi da crociera a Venezia.».

Per la città lagunare, aggiunge Roberto Perocchio, vicepresidente di Federturismo Confindustria, «ci auguriamo che ogni scelta sulle modalità di gestione pubblica di questa grande risorsa abbia come priorità la salvaguardia dell’immagine di efficienza turistica che la città si è conquistata negli anni con enormi investimenti».

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