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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2015 alle ore 06:37.

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«Noi vogliamo quel mercato». Ernesto Gismondi, presidente di Artemide, non ha dubbi: la sua azienda, specializzata in prodotti di illuminazione di design, è presente in Russia da 25 anni e intende restarci. La crisi economica e diplomatica, ammette, ha pesato e, se le cose non cambieranno nel secondo semestre, sarà difficile raggiungere a fine anno i livelli del 2014. Eppure «Non possiamo farci scappare la Russia, perché è un mercato buono, legato alla cultura europea, con un popolo di grande cultura, disposto a spendere per i nostri prodotti». Artemide tornerà ai Saloni WorldWide di Mosca, il prossimo ottobre, anche per rispondere alle richieste dei partner storici che, spiega Gismondi, «sono stati molto colpiti da tutto quello che è successo, ma non vogliono interrompere la collaborazione con noi».

Dello stesso avviso Alberto Vignatelli, presidente di Luxury Living Group e anche lui tra gli espositori già confermati dei Saloni WorldWide. «Continueremo a investire in Russia – spiega –. perché non possiamo perdere le posizioni acquisite negli anni. Il mercato sta soffrendo, è vero, soprattutto quello del retail. Ma crediamo nella ripresa, tanto che stiamo aprendo dei nuovi uffici a Mosca.

Anche Scavolini, azienda marchigiana specializzata in cucine, e da qualche tempo anche in bagni e living, conferma l’impegno ormai più che ventennale in Russia: «Gli investimenti per il 2015 sono persino superiori a quelli del 2014 – spiega il direttore generale Vittorio Reni –. Del resto, l’anno scorso abbiamo chiuso comunque con un aumento delle esportazioni, nonostante il calo degli ultimi mesi. E gli ordini, che a inizio anno erano diminuiti, da marzo sono ripartiti ». Inoltre, aggiunge Renzi, la Russia è un mercato su cui il made in Italy ha «un appeal fortissimo e l’industria italiana dell’arredo non può lasciarselo sfuggire».

Appeal confermato dai buyer russi che tradizionalmente visitano i Saloni moscoviti: «Il mobile italiano in Russia non ha concorrenti, grazie al suo design – dice ad esempio Natalia Kopylova, direttore di Briallini, rivenditore di Barnaul, nella Siberia Meridionale –. Non si tratta solo di acquistare arredo, ma anche di condividere una certa filosofia di vita, alcuni valori, uno stile e uno scambio culturale».

Dello stesso parere Uliana Drugova, responsabile di Mebelny Dom, di Ekaterinburg: «I Saloni sono un importante momento di conoscenza e confronto sulle nuove tendenze per gli importatori, i distributori, gli architetti e i consumatori. Sono certa che se le imprese italiane continueranno a garantire l’alta qualità dei loro prodotti, i consumatori russi con alto reddito preferiranno sempre il mobile made in Italy a tutti gli altri».

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