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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2015 alle ore 08:13.

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L’Eni avanza nel Kazakhstan dove è presente dal 1992. Ieri, infatti, nel corso del business forum tra i due paesi, il ceo di Eni, Claudio Descalzi, e Sauat Mynbayev, l’ad di KazMunayGas (Kmg), la compagnia di Stato kazaka, hanno firmato un accordo che stabilisce le condizioni per trasferire a Eni il 50% dei diritti di sfruttamento del sottosuolo per la ricerca e la produzione di idrocarburi nel blocco di Isatay, situato nelle acque kazake del Mar Caspio.

Nell’ambito dell’intesa - sottoscritta alla presenza del premier italiano, Matteo Renzi, e del presidente della Repubblica del Kazakhstan, Nursultan Nazarbayev -, il blocco sarà gestito da una joint operating company paritetica tra Eni e Kmg. L’accordo segna il completamento delle procedure necessarie, secondo quanto prevedono le leggi kazake, per l’acquisizione dei diritti di sfruttamento del sottosuolo nel blocco Isatay che si stima abbia un notevole potenziale di risorse petrolifere. Grazie all’intesa, viene altresì sancita la finalizzazione dei relativi accordi commerciali che renderanno possibile il trasferimento a Eni dei diritti di utilizzo del sottosuolo e che regoleranno le operazioni congiunte svolte dai due gruppi. La tabella di marcia prevede che il trasferimento sia completato entro pochi mesi, a valle del via libera della Repubblica del Kazakhstan alla transazione.

Le condizioni di partecipazione di Eni nel blocco Isatay erano state messe nero su bianco in un accordo strategico sottoscritto dai due gruppi nel giugno 2014 e che prevede anche lo sviluppo congiunto del progetto di un cantiere navale a Kuryk, sul Mar Caspio, nel Mangystau.

L’accordo siglato ieri consente al gruppo di Descalzi di rafforzare la sua presenza nel paese. In Kazakhstan, Eni è co-operatore di Karachaganak (con il 29,25%), un giacimento giant che, nel 2014, ha assicurato una produzione di 242mila barili/giorno di liquidi (di cui 52mila in quota Eni) e 26 milioni di metri cubi/giorno di gas naturale (con 6 milioni di metri cubi riconducibili al gruppo di Descalzi). Lì le operazioni condotte dal consorzio Karachaganak Petroleum Operating (Kpo) sono regolate da un production sharing agreement della durata di 40 anni, fino al 2037, con co-operatori Eni, per l’appunto, e British Gas. Il gruppo è poi equity partner in vari progetti nel Mar Caspio settentrionale, incluso il super giacimento di Kashagan che Eni partecipa con il 16,81%. Il giacimento, scoperto nel 2000, ha vissuto vicende alterne e il consorzio responsabile delle operazioni (Ncspsa) è stato costretto da ultimo a interrompere la produzione a causa di un guasto tecnico che ha reso necessario la sostituzione delle pipeline danneggiate. Il riavvio produttivo, come ha confermato lo stesso Descalzi di recente, «avverrà nel secondo semestre 2016».

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