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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2015 alle ore 06:38.

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Scongiurata, attraverso il decreto legge, la fermata dell'altoforno 2 dopo il sequestro senza facoltà d’uso disposto dalla Procura di Taranto a causa di un incidente mortale sul lavoro, l’Ilva si è messa subito al lavoro su un doppio fronte: rimettere in produzione l'impianto, bloccando le manovre di preparazione alla fermata, e predisporre il piano finalizzato agli ulteriori miglioramenti sotto il profilo della sicurezza.

Sul versante produttivo, la situazione si è avviata alla normalità già da domenica, quando i vertici dell'azienda hanno inviato una specifica disposizione al direttore dello stabilimento chiedendogli il graduale ritorno all’assetto standard di marcia. Al piano aggiuntivo, invece, l'azienda ha cominciato a lavorarci in queste ore, come il direttore centrale del personale, Cesare Ranieri, ha comunicato ieri pomeriggio ai sindacati metalmeccanici. L’Ilva ha spiegato ai sindacati che il decreto varato dal Consiglio dei ministri venerdì sera e pubblicato sabato sulla «Gazzetta Ufficiale» dopo la firma del presidente della Repubblica, non concede la facoltà d’uso dell’impianto. Nel decreto si fa invece riferimento alla particolare condizione dell’Ilva, ovvero stabilimento di interesse strategico nazionale, e quindi l’azienda, per l'attività di impresa, può disporre dell’impianto oggetto di sequestro per un periodo non superiore ai 12 mesi dal provvedimento giudiziario. È però necessario che entro 30 giorni dal sequestro l'azienda elabori un piano con «misure e attività aggiuntive», anche di carattere provvisorio, riferite all'impianto in questione. Tempi stretti quindi, tant'è che l’Ilva ha annunciato ai sindacati che insieme alla Procura, all’Inail, all’Asl e al comando provinciale dei Vigili del fuoco, sarà aperto un tavolo di valutazione e saranno insediate due commissioni. In verità l’Ilva, che dopo l’incidente aveva subito attuato le prescrizioni ordinate dallo Spesal dell’Asl, aveva già pensato a interventi aggiuntivi e li aveva anche prospettati alla Procura. Ma tutto questo non era servito né ad ottenere la facoltà d'uso dell'altoforno 2, né un rinvio di dieci giorni della fermata che, se non ci fosse stato il decreto, sarebbe scattata ieri innescando subito sia il progressivo stop anche dell’altoforno 4, che un massiccio ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Fonti aziendali infine precisano che i legali dell’azienda presenteranno alla Procura richiesta di facoltà d’uso per l’impianto ma non ora.

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