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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2015 alle ore 06:37.

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Lo schema di provvedimento sulle tariffe di terminazione mobile per il 2014-2017 inviato dall’Agcom a Bruxelles per la notifica sembra segnare una tregua con gli operatori che tanto in passato hanno contestato la scelta dell’Authority di abbassare le stesse tariffe di terminazione mobile. Termine, quest’ultimo, con il quale viene indicato il “pedaggio” che un operatore deve pagare all’altro per far terminare le chiamate sulla rete dei concorrenti. Pedaggi che hanno significato flussi economici importanti per le telco.

Dopo la consultazione con gli operatori, lo schema di provvedimento approvato da Agcom - che proprio oggi potrebbe varare la proposta, da mettere in consultazione, sui servizi di accesso alla rete fissa, e quindi anche sull’unbundling, fra 2014 e 2017 - risulta essere migliorativo per gli operatori rispetto a quanto posto in consultazione. È stato infatti stabilito un valore di terminazione «non superiore a 0,98» per tutto il periodo 2014-2017, rispetto al décalage dei prezzi posto invece inizialmente in consultazione (0,98 centesimi di euro al minuto nel 2014; 0,96 nel 2015; 0,94 nel 2016; 0,92 nel 2017). Tariffe stabili, quindi, e valide per tutti gli operatori: anche per 3 Italia che ha goduto in passato di tariffe di terminazione più ricche in quanto nuovo entrante.

Il fatto di tornare indietro rispetto al calo progressivo previsto incontra sicuramente il favore degli operatori mobili Mno (i maggiori, quelli con la rete) i quali però hanno comunque fatto presente (Vodafone per esempio) che si tratta di un valore troppo basso e quindi non remunerativo. A giudicare dai pareri che sono stati forniti in sede di consultazione, i 0,98 centesimi di euro al minuto sono invece giudicati eccessivi dagli operatori minori: Fastweb, Noverca (in uscita dal mercato si legge nel provvedimento, ma non nel M2M), Poste Mobile e Tiscali hanno fatto presente che «il valore di terminazione efficiente non possa essere superiore a 0,60 centesimi di euro al minuto».

Posizioni che rispecchiano un po’ la divergenza fra operatori che c’è stata in passato al momento dell’azione di taglio da parte di Agcom che, va ricordato, fu indotta dalle pressioni in arrivo proprio da Bruxelles. Un provvedimento i cui effetti sono resi evidenti da una tabella all’interno dell’atto notificato a Bruxelles laddove si indica un aumento nel corso degli anni - nella fattispecie fra 2010 e 2013 - dei minuti di terminazione totali (saliti a un tasso medio annuo dell’11%) con ricavi ridotti a un tasso medio annuo del 39 per cento.

Al di là della tariffa di terminazione, lo schema di provvedimento Agcom prevede poi altre due novità: i full Mvno (gli operatori virtuali che gestiscono interamente il servizio, Sim comprese, e che sono BT Italia, Lycamobile, Noverca e Poste Mobile) saranno soggetti agli stessi obblighi di prezzo degli Mno sulla terminazione. E inoltre, per le chiamate provenienti da Paesi extra Ue gli operatori italiani avranno possibilità di libera contrattazione con gli operatori degli altri Paesi.

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