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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2015 alle ore 06:37.

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MILANO

Un tassello in più nel puzzle degli interventi pubblici per incentivare la ricerca e sviluppo e convincere le multinazionali degli elettrodomestici a rimanere in Italia. A pochi giorni dalla conclusione della vertenza Whirlpool, ieri a Roma si è consumato un altro passaggio dell’accordo raggiunto con la svedese Electrolux nel maggio 2014: il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e i governatori delle Regioni Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, Debora Serracchiani e Stefano Bonaccini, hanno firmato alla presenza dell’amministratore delegato di Electrolux Italia Ernesto Ferrario, l’accordo di programma che riguarda cinque progetti di ricerca e sviluppo per un investimento complessivo di 28 milioni di euro.

I progetti si riferiscono ai processi innovativi di asciugatura, lavaggio e asciugabiancheria nello stabilimento di Porcia (Pordenone) e i forni a vapore domestici e i piani di cottura nello stabilimento di Forlì. A fronte di questi progetti il ministero dello Sviluppo economico e le Regioni Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna concederanno finanziamenti agevolati e contributi alla spesa per poco meno di 20 milioni.

«Gli accordi di programma- ha commentato Guidi- si stanno rivelando sempre più come uno strumento prezioso di politica industriale in un momento nel quale molte aziende, dopo la drammatica crisi di questi ultimi anni, si stanno attrezzando per ripartire alla ricerca di nuovi mercati e di nuovi prodotti avendo riorganizzato la loro struttura attraverso accordi con le organizzazioni sindacali raggiunti proprio al Mise».

Serracchiani ha precisato che «stiamo dando attuazione agli impegni assunti con la firma dell’intesa nel maggio dello scorso anno. Impegni importanti, pienamente rispettati da Governo, Regioni coinvolte e azienda, che portano ad investimenti complessivi per 28 milioni di euro e sono alla base di un rilancio per Electrolux, che può anche finalmente contare su una ripresa del mercato». A sorpresa è mancata la firma della Regione Veneto (per i progetti che riguardano lo stabilimento del freddo di Susegana) che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.

Serracchiani ha sottolineato come i volumi di produzione siano cresciuti di circa il 4%, anche nello stabilimento friulano di Porcia dedicato alle lavatrici e che Electrolux fino all’anno scorso intendeva chiudere. In realtà a Porcia (circa mille addetti) continuano i contratti di solidarietà, si lavora 6 ore al giorno «eccetto una settimana a 8 ore in agosto - sottolinea Walter Zoccolan della Fiom Cgil di Porcia - grazie a un picco di domanda». La produzione di Porcia (1 milione di pezzi a fine 2015) è sempre più orientata verso la fascia alto di gamma (al dettaglio le lavatrici costano almeno 800 euro)e una parte della produzione viene esportata negli Usa. La produzione di fascia media sarà delocalizzata, entro il 2017, in Polonia.

Poco più di un anno fa, e dopo un lungo braccio di ferro, Electrolux ottenne dal Governo la revisione del piano industriale originario in cambio della decontribuzione dei contratti di solidarietà e dai sindacati la riduzioni delle pause e dei permessi sindacali. Si impegnò ad ammodernare gli stabilimenti in Italia investendo 40 milioni nel 2014, 47 nel 2015 e un’altra sessantina nel biennio successivo.

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