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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2015 alle ore 06:37.

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LECCE

Si preparanoa partire anche in Puglia i cantieri di Tap, il gasdotto che, con un percorso di 870 chilometri che attraversa Grecia, Albania e Mar Adriatico, porterà dal 2020 in Salento, sulla costa di Melendugno, il gas dell’Azerbajian: 10 miliardi di metri cubi l’anno, eventualmente raddoppiabili. Sei grandi aziende si sono prequalificate e ora presenteranno l’offerta per le due gare d’appalto che avranno luogo entro l’anno. In aggiudicazione nella prima gara i tubi lineari offshore da 36 pollici che saranno utilizzati nei 105 chilometri di Mar Adriatico, tra l’Albania e la Puglia, mentre la seconda riguarda il terminale di ricezione del gasdotto, nel comune di Melendugno (Lecce), e la sezione di tubi on shore sempre nel Salento. Non escluso, tuttavia, che alla fine possa essere lanciata una gara d’appalto unica.

Intanto, quattro delle sei imprese prequalificatesi hanno incontrato nelle scorse settimane circa 150 aziende, in gran parte pugliesi, interessate a entrare nel progetto in qualità di subappaltatori e fornitori. «Tap – rileva Vincenzo Cesareo, vice presidente vicario di Confindustria Puglia – è un’opera strategica e farla avanzare significa far crescere in Puglia la capacità di attrarre investimenti stranieri. Prendiamo atto che l’impegno di Tap è quello di coinvolgere il sistema economico pugliese perchè lo sviluppo ha anche bisogno che le parti in gioco collaborino tra di loro». Ma se gli imprenditori pugliesi guardano con interesse alle ricadute derivanti da un investimento di 40 miliardi, c’è chi, come Snam, valuta un possibile ingresso nel progetto. L’ad Carlo Malacarne conferma che il gruppo potrebbe acquisire la quota azionaria che lascerebbe Statoil (20 per cento). La partecipazione è ritenuta importante ai fini della creazione nel Sud di un hub europeo del gas.

A ciò si aggiunga che Snam costruirà le opere per smistare nella rete il gas di Tap e che questo, una volta arrivato a Melendugno, si dirigerà verso Mesagne (Brindisi), a circa 50 chilometri di distanza, dove c’è il primo punto di allaccio della stessa Snam. Nel frattempo, il Nuovo Pignone di Firenze si è aggiudicato un contratto da 70 milioni per la fornitura delle prime due stazioni di compressione di Tanap, il gasdotto trans-anatolico che trasporterà il gas dal Caspio sino all’Europa e a Tap.

Nell’area di Melendugno, inoltre, Tap ha avviato gli espropri dei terreni interessati al passaggio del gasdotto. Trentacinque le particelle da acquisire, centinaia da utilizzare come asservimento al gasdotto e altrettante quelle che serviranno per i cantieri. Coinvolti privati ma anche Demanio, Regione ed enti locali. Gli espropri partono a seguito dell’Autorizzazione unica rilasciata dal Mise a fine aprile.

Un anno fa, a fine agosto, arrivò il primo via libera al progetto: la Valutazione d’impatto ambientale favorevole da parte del ministero dell’Ambiente. In mezzo, una battaglia legale senza esclusione di colpi da parte di Regione Puglia, Comune di Melendugno e ambientalisti per cercare di bloccare il gasdotto, impugnare le autorizzazioni o proporre siti alternativi a San Foca. Per salvaguardare ambiente e turismo.

Dello scontro sviluppatosi tra Tar e Consiglio di Stato, rimane aperto ancora un capitolo: l’opposizione all’autorizzazione unica del Mise da parte del Comune di Melendugno e della Regione Puglia (l’atto è della giunta di Nichi Vendola).

Ma se ne parlerà a gennaio quando davanti alla giustizia amministrativa ci sarà l’udienza di merito avendo le parti rinunciato alla sospensiva. Nel frattempo, il progetto va avanti per imboccare la dirittura dei cantieri. Che partiranno entro la primavera del 2016.

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