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Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2015 alle ore 06:36.

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Le rappresentanze sindacali interne dello stabilimento Electrolux di Susegana (Treviso) risponderanno negativamente alla richiesta dell’azienda di affrontare altri quattro sabato di lavoro in turni da otto ore nel mese di settembre.

Lo hanno fatto sapere le stesse Rsu, le quali chiederanno innanzitutto ai vertici aziendali, nell’incontro fissato per domani, giovedì 27 agosto, chiarimenti sul tipo di frigoriferi che compone il numero di 97mila unità da produrre entro settembre indicato da Electrolux. Domani è in programma l’incontro con le segreterie provinciali: qui si capirà se sarà aperta una trattativa, oppure se le posizioni si irrigidiranno ulteriormente. In teoria l’azienda potrebbe anche “comandare” i turni richiesti al sabato: lo ha già fatto in alcune occasioni, e potrebbe far valere almeno il doppio delle ore fin qui disposte senza il via libera dei lavoratori (80 ore in tutto; la metà, 40, per il contratto riconosciuto solo dalla Fiom).

Il risultato dell’incontro di ieri non è dunque un “no” senza alternative: le Rsu sostengono anche di essere disponibili a concordare al massimo su due sabato lavorativi e per turni della durata di sei ore, a fronte anche di un compenso economico aggiuntivo. Non è esclusa, spiegano ancora i sindacati interni, l’eventualità di convocazioni di assemblee qualora Electrolux insistesse sulla richiesta originaria e venisse introdotta l’ipotesi di comandare gli straordinari dei quattro sabati di settembre.

Sul clima pesa anche la recente frattura sul lavoro di Ferragosto, quando due linee avevano funzionato grazie al lavoro di 101 volontari ma senza l’assenso del sindacato, che chiede di uscire dalla logica della solidarietà e dell’accordo di crisi a fronte di un picco di lavoro che si protrae da mesi.

Secondo la multinazionale non ci sono elementi per ritenere l’aumento della domanda registrata per i frigoriferi da incasso Cairo “strutturale”, e dunque per pensare a soluzioni diverse dagli straordinari. I rappresentanti dei lavoratori - supportati anche da pareri come quello di Maurizio Castro, ex responsabile Risorse umane, e di Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro - hanno ripetutamente chiesto l’utilizzo di misure già previste dalla legge Biagi come il distacco, che potrebbe riguardare sia dipendenti di altre realtà del distretto, a monte come a valle della filiera, sia gli stessi colleghi dello stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone).

Fra le linee di produzione la questione è molto più anagrafica che ideologica: «Fra gli operai l’età media è elevata, siamo a oltre 50 anni - fa notare un addetto -. Chiaro che aggiungere un turno di otto ore al sabato ha un peso diverso», sottolinea citando due dati: nel 2012 a Susegana si producevano 690mila pezzi con circa mille operai; adesso, con 840 lavoratori, si punta a superare quota 830mila. Solo per settembre è prevista una produzione record di 100mila frigoriferi, effetto - secondo il sindacato - della sostenuta domanda proveniente dai mercati del nord Europa, ma anche dei primi segnali di ripresa da parte del mercato italiano.

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