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Dossier I driver ora chiedono più possibilità di scelta

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    Dossier | N. 20 articoliAuto aziendali e mobilità business: ecco tutte le nuove tendenze e le dinamiche del mercato

    I driver ora chiedono più possibilità di scelta

    Il driver rappresenta il terzo attore nel settore delle auto in benefit o delle flotte in noleggio a lungo termine (Nlt), dopo il fleet manager e il noleggiatore: il più negletto e trascurato, eppure il più importante, a ben vedere. Questo perché sono è il destinatario delle policy elaborate dai fleet manager e dei prodotti e servizi delle società fornitrici e quindi verifica sul campo se gli altri due attori funzionano come dovrebbero. Ma soprattutto, è il driver a scegliere l’auto, all’interno della car list aziendale.

    Per questo motivo sarebbe di fondamentale importanza, per Case automobilistiche, noleggiatori e imprese clienti, conoscere necessità e preferenze dei driver ed avere con loro un dialogo, in modo da poter intervenire non appena si presentano i primi segni che qualcosa non gira. Quella dei driver, però, è una categoria difficile da intercettare, dal momento che è composta da dipendenti aziendali non clienti diretti delle società Nlt o delle Case. In attesa che si possa compiere una rilevazione completa che censisca esigenze e preferenze di questa categoria, anche un sondaggio con un campione di driver (come quello svolto a inizio 2017 da Econometrica) può riservare esiti interessanti.

    Quando si passano da 2 a 5 ore al giorno in auto, con una percorrenza media annuale che si aggira tra i 20mila e i 50mila chilometri, l’auto non rappresenta più un semplice strumento di lavoro ma qualcosa in più. Un luogo dove passare molte ore della giornata, ad esempio, con tutto ciò che ne deriva in termini di necessità di sedute comode e di dispositivi tecnologici semplici da utilizzare. Non solo: dal momento che è fondamentale per l’attività lavorativa lo è anche, di conseguenza, per il resto delle attività che si svolgono nella giornata, dal tempo passato in famiglia a quello dedicato agli hobby. Un ritardo, un guasto o un incidente non hanno solo effetti negativi sullo svolgimento delle attività lavorative (nell’ipotesi che non ne risulti alcun danno fisico al conducente), ma “spostano” anche il resto del tempo della giornata, ridefinendo il rapporto tra lavoro e vita privata dei conducenti e anche dei loro familiari più stretti. L’auto aziendale, quindi, deve rispondere al meglio a esigenze piuttosto diversificate, sia lavorative sia private.

    Date queste premesse, allora, cosa chiedono i driver? Innanzitutto maggiore libertà di scelta, e quindi una car list più sviluppata, naturalmente compatibilmente ai criteri individuati dalle aziende per regolare la scelta dei modelli di vetture in assegnazione. Non sembrano particolarmente interessati a virare verso l’intermodalità dei mezzi di trasporto (cioè all’uso di mezzi di trasporto diversi) perché in Italia oggi non è ancora sviluppata una rete di trasporto talmente efficiente da sostituire l’uso dell’auto. Sono coscienti delle grandi possibilità offerte dalle nuove tecnologie, ad esempio in tema di sicurezza, ma vorrebbero conoscere meglio queste tecnologie e quindi giudicano positivamente iniziative di formazione dedicate. Allo stesso tempo, positivo è il giudizio sui corsi di guida sicura: ce ne sarebbe bisogno e i driver li apprezzerebbero molto. Anche nei confronti delle carte carburante esprimono un parere generalmente positivo, perché sono considerate strumento che facilita molto il loro lavoro. L’atteggiamento verso i veicoli “ecologici”, invece, è ancora condizionato da un po’ di scetticismo: va bene passare a veicoli che inquinino meno, ma senza rinunce in termini di comodità d’uso e solo se si possono scegliere veicoli che abbiano performance, costi di gestione e un appeal simile a quelli alimentati in maniera tradizionale. In generale anche l’operato delle società di noleggio viene giudicato soddisfacente, anche se vi sono ancora, caso per caso, alcuni aspetti in cui si può migliorare (ad esempio nella gestione dell’auto sostitutiva).

    L’Italia non è solo il paese delle piccole e medie imprese, ma anche quello delle aziende pubbliche, che hanno la fama di essere poco inclini ai cambiamenti. Un contatto diretto, come il sondaggio Econometrica, consente invece di appurare che si tratta di realtà attente all’innovazione, tese all’efficienza e disposte alla sperimentazione, sebbene i vincoli che ne condizionano l’operato siano molto pesanti. Per capirci: se si ha una flotta composta prevalentemente da auto in proprietà vecchie e di piccola cilindrata, l’obiettivo principale di chi la gestisce deve essere quello di favorire il rinnovo del parco in circolazione ed allo stesso tempo di cercare di rendere più efficiente la gestione dei mezzi a disposizione. Come? Spingendo forte sul pedale della condivisione, con una marcata svolta verso car pooling e car sharing. E poi: semaforo verde per le carte carburante e per le auto elettriche. L’obiettivo principale, però, resta massimizzare l’efficienza dei veicoli su strada, con un ricambio più veloce dei mezzi che fanno parte del parco.

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