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    Dossier | N. 20 articoliAuto aziendali e mobilità business: ecco tutte le nuove tendenze e le dinamiche del mercato

    Tiene il valore residuo in Italia (+1%) con effetti positivi sui canoni

    Chi si occupa di flotte aziendali sa che, tra le incognite che gravano sul suo lavoro, la questione del valore residuo delle vetture occupa una delle prime posizioni. A determinare il canone di noleggio di un'auto sono molti fattori, tra i quali ha particolare importanza il suo valore al termine del periodo di noleggio. Si capisce quindi come la questione del valore residuo si riveli fondamentale per determinare il conto economico della gestione di una flotta di veicoli. Da cosa dipende il valore residuo? Da molti elementi, alcuni relativi all'auto (come allestimento, motorizzazione, marca, condizioni, alimentazione, costi di manutenzione, consumi) e altri di natura macroeconomica (come andamento del Pil del Paese, crescita dei salari, stabilità politica, ecc.). Vista la molteplicità degli elementi in gioco, sembra quasi impossibile riuscire a prevedere quale sarà il valore residuo di un'auto al termine del periodo di utilizzo in flotta (che di solito dura fra i tre ed i quattro anni).

    Vi sono però società specializzate che forniscono interessanti report sulle tendenze che possono influenzare l’andamento dei valori residui. Una di queste società è Autovista Intelligence, che recentemente ha diffuso le sue previsioni sull’andamento dei valori residui nei principali Paesi europei nel 2017 (nel report «Residual value outlook 2017»). Secondo questo report in Europa la ripresa del mercato automobilistico e il clima di incertezza politica stanno esercitando una pressione al ribasso sui valori residui delle auto. Un focus particolare viene dedicato alla situazione nei cinque maggiori mercati europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito). Nel 2017 i valori residui diminuiranno nel Regno Unito di circa l’1%, mentre si appiattiranno in Germania e Spagna. Prospettive più ottimistiche in Francia e in Italia dove Autovista Intelligence prevede un aumento delle valutazioni dell’1% e 3% rispettivamente. In Italia, in particolare, il valore residuo continuerà a crescere, seppur in misura minore, anche nel 2018 e nel 2019. Questo perché i recenti aumenti dei tassi di occupazione e del reddito delle famiglie consentono ai consumatori italiani di prendere in considerazione l’idea di cambiare la propria auto. Il fattore chiave della crescita del valore residuo in Italia è l’insufficienza di vetture usate disponibili sul mercato per soddisfare la richiesta attuale, come conseguenza delle deboli performance del mercato dell’auto negli anni precedenti il 2013. È prevista una maggiore tenuta del valore residuo nel mercato dei Suv che continuano ad essere molto richiesti. Andrà bene anche il segmento B, che include vetture come la Fiat 500, a causa della crescente richiesta di auto pratiche e convenienti.

    Questione diesel: l’aumento delle accise ed i blocchi del traffico sempre più severi stanno riducendo l’appeal delle vetture a gasolio e spingono verso il basso il loro valore residuo. A questa situazione fa eccezione l’Italia, dove le immatricolazioni di vetture a gasolio restano alte.

    Quanto alle vetture ad alimentazione alternativa, Autovista Intelligence prevede che le valutazioni di queste vetture siano destinate ad aumentare ad un ritmo più veloce rispetto al mercato. Il valore residuo, poi, è influenzato anche dalla tecnologia presente a bordo di un veicolo, anche se non sempre si tratta di un’influenza positiva. Infatti c’è da chiedersi quanto sarà disposto a pagare un acquirente per una tecnologia vecchia di qualche anno? Alcuni dispositivi, come i sistemi di rilevamento dei punti ciechi o di avviso del cambio di corsia, potrebbero sostenere il valore residuo del veicolo. Invece altri sistemi, specie quelli che dipendono da fornitori esterni di servizi, evolvono molto più rapidamente con la conseguenza di diventare obsoleti altrettanto rapidamente e di svalutarsi più velocemente del veicolo stesso.

    I suv
    Il segmento più ricercato è quello dei Suv e dei crossover.
    - In Italia il valore residuo delle auto continuerà a crescere, seppure in misura minore rispetto al 2017 (+1% sul 2016 stimato), anche nel 2018 e nel 2019
    - I segmenti che garantiscono la maggior tenuta del valore residuo sono i crossover e i Suv (a causa della grande richiesta di questi veicoli, da notare che i Suv di piccole dimensioni manterranno il valore residuo meglio di Suv di grandi dimensioni) e le auto del segmento B (a causa del grande successo delle auto pratiche e convenienti)
    - Il fattore chiave per la crescita del valore residuo in Italia è l’insufficienza di vetture usate disponibili sul mercato per soddisfare la richiesta attuale

    Il segmento B
    Resterà alto il valore del diesel nel nostro Paese (in controtendenza sull’Europa) - Il valore residuo delle auto del segmento B (le più popolari al momento) è destinato a crescere leggermente in Italia
    - Nel nostro Paese, il valore residuo delle auto diesel resterà alto (in controtendenza rispetto all’Europa), dal momento che le immatricolazioni di questo tipo di vetture continuano a crescere
    - Proprio a causa delle crescenti pressioni sul diesel, il valore residuo delle auto ad alimentazione ecologica, ed in particolare di quelle ibride, tenderà a salire nei prossimi anni, in special modo in Francia e in Spagna, anche perché la relativa scarsità di questi veicoli all’interno del parco circolante ne rafforza le valutazioni sul mercato dell’usato

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